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SHTF & C.

20141711-AlluvioneLa situazione delle alluvioni a livello nazionale è su tutti i giornali. Telegiornali e stampa praticamente non parlano di altro, ed è quindi impossibile non sentire parlare esperti, metereologhi, geologhi, politici e semplici cittadini vittime del maltempo. E' quindi inevitabile farsi un'idea su quanto è accaduto e come sta avvenendo. La domanda da porsi quindi è: potrà riaccadere? 

Noi siamo arrivati ad una risposta, che per noi è tanto diretta quando categoria: sicuramente. Le allvioni continueranno ad accadere e l'impatto che avranno sul nostro paese sarà via via crescente e, allo stato attuale delle cose, non ci sarà modo di evitare buona parte delle condizioni. 

Vediamo allora assieme perchè l'unica cosa da fare è prepararci.

 

Una situazione complessa.

L'allarme sulle alluvioni e sugli allagamenti di questi giorni è dovuto alla combinazione di più fattori. 

  • Il cambiamento climatico. Metereolighi e non, siamo tutti divisi tra chi crede al riscaldamento globale e chi lo nega. Se provate a cercare in rete troverete poi chi paventa l'arrivo di una prossima mini-glaciazione,  chi da la colpa la metano nell'atmosfera e chi ha altre diverse spiegazioni. Qualunque sia il vostro punto di vista una cosa è certa: siete testimoni diretti di un cambiamento del clima evidente e di importanti proporzioni. Gli eventi climatici a cui assistiamo sono molto più frequenti e molto più potenti che in passato e le cause metereologiche che ne stanno alla base non accennano a cambiare. Possiamo quindi ritenere che abbia ragione il metereologo Luca Mercalli nel sul libro "Prepariamoci" quando sostiene che nei prossimi anni queste tendenza verrà mantenuta se non addirittura rafforzata.
  • Urbanizzazione e antropizzazione. Il nostro terretorio è sempre più costruito, cementificato, abitato. Questo non solo ha rotto l'equilibrio tra uomo e natura, ma ha anche fatto si che le piogge non possano più essere assorbite dal terreno su cui cadono, ma vengono trasportate sempre più a valle verso punti che fungeranno da punto di accumulo e sfogo artificale. Il colmo di questi interventi assurdi lo si ha quando interi torrenti vengono inscatolati in strutture di cemento che non sono in grado di contenerli e di fare fronte ad eventi straordinari.
  • Politica inadeguata. Qui vi sarebbero decine di pagine da scrivere, molte delle quali sarebbero piene di discorsi già fatti più volte che non vale la pena riproporre. E' del tutto evidente che le costruzioni fatte in barba al PGT, le concessioni "agli amici", strade e centri commerciali fatti per prendere voti e speculazione edilizia sono una parte estremamente rilevante delle cause. Non vanno poi dimenticati tutti i problemi relativi alla messa in sicurezza, che deve passare per bandi, controlli, appalti, burocrazia, ritardi, e molto, troppo altro ancora.

Questo solo per considerare tre argomenti macroscopici, ma si potrebbe andare avanti per ore o giorni.

 

Una soluzione impossibile.

Date queste cause cosa si può fare per cambiare lo stato delle cose? La verità è che non si può fare, non si vuole fare, nulla di nulla.

  • Circa l'70% del territorio naziona è esposto a rischio idreogeologico. Ci sono interi paesi in Italia le cui case son costruite all'80% in zone a rischio esondazione, alluvione o frana: per mettere in sicurezza questi paesi bisogna di fatto spostarli: un'opera titanica che avrà nei residenti stessi il primo ostacolo. In ogni caso ci vorrebbero anni
  • Fintanto che tutto va bene nessuno è davvero disposto a rinunciare all'auto, a prodotti economici, a energia a buon mercarto, anche se tutto questo inquina e ha comunque grossi impatti sull'ambiente. E questo si applica indistintamente all'italiano medio come alle superpotenze Cina, India, e USA che impiegano anni a cambiare le loro rotteindutruali.
  • Centri commerciali e concessioni edilizie fanno gola a tutti, elettori compresi. Ci sono state amministrazioni comunali elette proprio perchè nel loro programma erano previsti interramenti di fiumi e concessioni edilizie nelle vicinanze: opere che l'anno scorso hanno avuto l'onore delle cronache per i vari "pentimenti e ripensamenti" dopo che queste opere erano costate delle vite.
  • I politici la vorano con un'orizzonte temporale di 4 anni o comunque della durata del loro mandato. Quegli anni rappresentano una sorta di "presente" che assorbe tutte le attenzioni che non verranno dedicate ad altri elementi: in buona sostanza "alle future generazioni di penseranno le future generazioni.

Come vediamo quindi, gli interventi necessari per ripristinare la sicurezza sul territorio sono processi lunghi, laboriosi, complessi, costosissimi, su cui tutti sono d'accordo solo nell'immediato post-disgrazia e solo a parole. Nei fatti quando queste modifiche (ammesso che ci siano i soldi per farle) passano alla fase di realizzazione, viene sempre calpestato l'orticello di qualcuno che non è d'accordo e farà di tutto per scaricare sui altri le responsabilità.

E mentre le soluzioni macchinose dell'uomo richiedono anni, la prossima pioggia è li che aspetta solo di ripresentarsi, e non ci impiegherà anni, ma mesi. Non è una questione di "se"... è solo una questione di "quando", e la risposta è sempre più breve.

 

L'unica soluzione possibile

Dobbiamo prendere atto della situazione: renderci conto che il clima sta cambiando e che parte del suo cambiamento avrà effetti negativi immediati sulla nostra vita come quelli a cui assistiamo in questi giorni. Ricordiamoci dove e come è passata l'acqua e dove ha fatto i suoi danni. Ricordiamo che primavera e autunno saranno i momenti in cui le inondazioni torneranno a colpire, e facciamoci trovare pronti con la pala, le scorte, gli stivali, e tutte le nostre risorse lontane dalla strada o su posizioni elevate.

E' ormai chiaro a tutti che nell'immediato siamo soli, lasciati a noi stessi, e saremo sempre noi a doverci tirare su le maniche e far fuori il fango. Forse, un'altro strumento da mettere da parte, oltre alla pala, sarebbe il piccone...

 

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