Cadono in questi giorni due ricorrenze molto particolari e tristi a cui, fuori da ogni retorica, è dovuto un omaggio.

20 anni fa iniziava l'assedio di Sarajevo, durato quasi 3 anni. Un periodo interminabile in cui persero la vita più di 11.000 persone e oltre 50.000 rimasero ferite.

3 anni fa il terremoto colpiva la città de L'Aquila nel cuore della notte, facendo 308 vittime e privando altre 65.000 della normalità della loro vita.

Due eventi tragici che devono richiamare l'attenzione di tutti. Testimonianze atroci di quanto la sopravvivenza non sia un gioco nè un 'hobby' che si può prendere alla leggera o su cui fare troppa filosofia.

Gli abitanti di Sarajevo hanno imparato sulla loro pelle e a costo della loro vita cosa davvero significhi vivere senza nessuna delle cose che diamo per scontate. Quelli de L'Aquila testimoniano da 3 anni quanto possa essere difficile ricominciare e ricostruire tutto, dopo che la forza della terra e le bugie delle autorità incompetenti, tutt'ora sotto processo, hanno distrutto così tante vite e piegato irrimediabilmente altre.

 

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