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20120827 PieroSangiorgioChe il prepping non sia nato in Italia e che abbia anzi praticanti sparsi in tutto il mondo è cosa ben nota. Ed è proprio dalla vicina Svizzera che viene un prepper d'eccezione che vogliamo presentarvi oggi: Piero Sangiorgio.

Come il nome tradisce  le sue origini sono in parte Italiane, e la sua mamma, a suo stesso dire, gli è stata d'ispirazione per la realizzazione delle sue scorte alimentari. Un'altra cosa che si può senz'altro dire di lui è che sia una persona pronta e lungimirante: stupefacente il fatto che sia riuscito a registrare per sé il dominio www.piero.com... cosa sen'zaltro non da tutti. Forse è proprio questa lungimiranza che lo ha portato a diventare un prepper e a pubblicare un suo libro "Come sopravvivere al collasso economico", che ha già venduto moltissime copie nei paesi francofoni e che sta cercando di pubblicare anche qui in Italia (cercasi casa editriche che voglia farsi avanti !!).

Un concetto interessante proposto da Piero Sangiorgio è quello della BAD: Base Autonoma Duratura, ovvero una bug out location in cui rifugiarsi per periodi molto prolungati di tempo se non addirittura permanentemente.

Quella che riportiamo qui sotto è la traduzione di una sua precedente intervista in cui descrive per sommi capi la filosofia alla base della sua preparazione e come la sta realizzando.

 

quotmark openIl titolo del tuo libro "Sopravvivere al collasso economico" suggerisce che questo crollo è inevitabile. Inoltre la prima parte del libro spiega in dettaglio i meccanismi del collasso. Secondo te questa minaccia è reale ed imminente?

In breve: siamo nella merda.

Mi spiego meglio: stiamo per assistere alla convergenza di catastrofi come la sovrappopolazione, il consumo eccessivo delle risorse naturali (in particolare il petrolio), l' eccesso di complessità (e fragilità) di catene di distribuzione, il collasso degli ecosistemi, la pesca eccessiva, l'impoverimento del suolo, l'esaurimento dell’acqua potabile, l'inquinamento diffuso (suolo, corsi d'acqua, aria...), i capricci climatici ecc. (l'elenco è lungo). Tutti questi fattori precipiteranno un collasso dell’economia globale, ed il conseguente collasso sociale sara molto probabile se non inevitabile.

Questo processo sembra essere accelerato dalla crisi finanziaria, una nuova "grande depressione", perché tutto il nostro sistema economico e finanziario è stato costruito sul debito. Con la crescita, pensavamo pagare questo debito nel futuro.  Ma questo è impossibile per mancanza di risorse naturali senza le quali non ci sara mai più crescita economica. La Grecia e già entrata nella fase di collasso economico, la Spagna stà per entrarci... in quanto all’Italia, ci manca poco – anche se sono più ottimista sul carattere degli italiani.

Data l'incapacità o l’incompetenza degli attuali leader a risolvere questi problemi e data l'inclinazione mentale di molti individui nella nostra società, focalizzati sul consumo, con una sempre maggiore mancanza di valori condivisi, ecc. le risposte a tale crisi, a mio parere, non saranno "unità e fraternità", ma un'esplosione di violenza.

Se riusciremo a stabilizzare l'economia e, miracolosamente, a non precipitare immediatamente nell'iper-inflazione, o nella guerra, la mia opinione è che nel prossimo decennio - entro il 2022 - subiremo l'effetto combinato di tutti questi fattori.

 

 

Possiamo invertire il processo?

A meno scoperte scientifiche incredibili ed improbabili, non credo. E' troppo tardi. Ci sono problemi che non hanno soluzione, è così. Come tutte le civiltà che ci hanno preceduto, anche la nostra avrà una fine. Ciò nonostante viene fatto molto poco per migliorare le cose, poche buone decisioni macro economiche.

Ma io non ho intenzione di rischiare la vita dei miei figli per questo. Più una persona è preparata meno soffrirà degli effetti del crollo economico, anche solo con una preparazione di base. Ad esempio non sarà colta dal panico, eviterà gesti o decisioni irrazionali, e sarà fonte di stabilità anche per le persone che ha accanto. Ma sarà dura per tutti, non se ne uscirà indenni, ed è per questo che comunque non desidero certo che questo disastro avvenga.

 

 

La Base Autonoma Duratura (BAD) è senza dubbio un concetto predominante nel tuo libro. Puoi spiegarci questo concetto e dei suoi principi?

20120827 PieroSangiorgio2Quando ho pensato a quello che sarebbe stato necessario per sopravvivere nei prossimi anni, ho letto i manuali di sopravvivenza e ho parlato a lungo su forum Internet con prepper americani. Tra questi, certo, c'è chi si prepara all' Armageddon Bibbllico o l'invasione dei comunisti! Ma la maggioranza è più coi piedi per terra e si aspetta una convergenza di fattori che causeranno il collasso economico del paese.

Attraverso queste discussioni, interviste ad alcune comunità autonome in Francia, Inghilterra, Germania e Sud Africa, e anche attraverso la lettura del libro "Come sopravvivere alla fine del mondo come lo conosciamo" di James W. Rawles, sono giunto alla conclusione che l'unico modo per sopravvivere è quello di stabilirsi in un luogo lontano da fonti di problemi potenziali, ottenere l'auto-sostenibilità come meglio possibile per tutto ciò che riguarda l'acqua, cibo, hygiene ed energia, ed integrarsi nelle comunità locali. James W. Rawles chiama questo "Concetto della Ritirata", per noi svizzeri assomiglia al concetto Ridotto Alpino Nazionale svizzero della Seconda Guerra mondiale.

Così ho iniziato a progettare contromisure al collasso economico. Ho annotato le mie idee, ricercando ed approfondendo, e mi sono imbattuto nel libro "G5G" di Drac Michel, Serge Ayoub e M. Thibaud, che definisce il concetto di una base per autonoma sostenibile o 'BAD'.

Cito direttamente gli aturori: "La Base Autonoma sostenibile è uno spazio sicuro - caratteristica che, in un prossimo futuro, sarà più rara... Dobbiamo costruire una economia solida. Tornare all'economia fisica, orientata alle necessità reali, stabile e solida, contrapposta alla finanza, al mercato virtuale e al profitto a corto termine. Noi vogliamo la stabilità a lungo termine. Vogliamo ricostruire l'autonomia, ma che sia permanente. Vogliamo vedere un futuro migliore per noi e per i nostri figli. Vogliamo delle fondamenta, una casa, una cantina, un terreno. Noi vogliamo un bene durevole, basi autonome, permanenti. Ecco il nostro motto: radicamento, autonomia, stabilità.'

 

 

Tu stesso hai acquistato un'azienda agricola, al fine di organizzare per voi e la vostra famiglia, il vostro BAD. Nel determinare la sua posizione, quali sono le qualità, o quali caratteristiche hai cercato, e quali sono state le priorità in termini di attrezzature, realizzazione e prospettive?

Sì, ho acquisito una fattoria in campagna con alcuni amici e le loro famiglie. Mi ci è voluto un anno di esplorazione per trovare il posto che, se non perfetto, rientri al meglio nei parametri che mi ero prefissato. Questi erano:

  1. Distanza superiore a 100 km di grandi centri urbani.
  2. Non essere situato su un asse stradale principale.
  3. Fonte di acqua potabile facilmente disponibili.
  4. Distanza superiore a 100 km di una centrale nucleare (questo criterio non è stato raggiunto!).
  5. Comunità equilibrata in termini di età, agricoltura (bovini e ovini nel mio caso) e industria (legno) - in più c'è una piscina!
  6. Terreno fertile.
  7. Facile da difendere.
  8. Mia moglie lo adora! E gli piace immaginare di vivere lì a tempo pieno.

Potrei aggiungere un criterio di distanza da prigioni e manicomi, ma queste sono di solito nei centri urbani.

La realizzazione pratica segue sette principi fondamentali : acqua, cibo, servizi igienico-sanitari, energia, conoscenza, difesa e infine, il piu importante, il legame sociale.

Alcuni di questi aspetti sono stati molto facili nel mio caso, come l'acqua di cui ho due fonti sul mio terreno. Inoltre ho installato serbatoi per l'acqua piovana così posso usarla per il giardino e gli animali. Per la difesa, inoltre ho già un arsenale ben fornito. Più difficile è l'energia: ho messo scaldabagni molto efficienti, un piccolo generatore idroelettrico e il tetto è ricoperto di pannelli solari e sostituirò l’anno prossimo il riscaldamento a gasolio con quello più tradizionale a legno.

Creare il legame sociale è più difficile, perché non si può semplicemente andare in un posto e dire "ciao a tutti, arrivo con la mia idea di" fine del mondo ", i miei fucili e le mie migliaia di munizioni... adesso viviamo insieme felici e contenti! ". Devi essere accettato, per entrare nella popolazione locale.

Io sono ancora considerato come “quello della città, che ha acquistato la fattoria”. Ora sono consapevole di essere ancora un estraneo, e sto cercando di fondermi nella cultura locale, per quanto possibile. Il mio fegato ne soffre perchè si beve molto nelle montagne Svizzere!

 

 

Al di là della logistica pura (cibo, acqua, energia, difesa, ecc), nel tuo lavoro insisti molto sul legame sociale che deve essere creato all'interno di BAD e nel suo ambiente circostante. Pensi che, come spesso si dice, "la forza del lupo è nel branco" ? Riusciremo a salvarci da soli ad affrontare i pericoli di un mondo governato da caos e povertà?

Per il lupo la forza certamente sta nel branco. Ma anche per le pecore! Fin dall'inizio del mio ragionamento e della mia preparazione, ero scettico circa l'idea di salvarsi da solo. Se anche fosse possibile sopravvivere isolati, ala domanda resta: è una cosa buona? L'obiettivo a lungo termine non è la sopravvivenza, ma la creazione di basi per ricostruire la civiltà, una vita migliore. Questo non si può fare da soli. Inoltre, la forza è nei numeri e nella ridondanza delle conoscenze e dei materiali.

Fuori dalle città affollate, in campagna non si avrà solo bisogno di armi, ma anche di esperti (ingegneri, meccanici, elettricisti, medici, veterinari ...) e bisognerà nutrire e difendere queste mini-comunità. Così, il legame tra vicini di casa, le famiglie, gli amici, la creazione di relazioni di aiuto reciproco su cui costruire la fiducia, sarà fondamentale. In breve, dobbiamo reinventare le comunità rurali.

 

 

Data la portata del progetto, non sarà già troppo tardi per iniziare a sviluppare la sua BAD? Quali difficoltà inaspettate hai affrontato? E, infine, se dovessi dare un consiglio, quale sarebbe?

Non è mai troppo tardi per cominciare a prepararsi. Essere preparati all'1% è sempre meglio che all 0%. Anche le persone che si stanno preparando da molto tempo - e più a lungo di me - dicono che non sono pronte al 100% - perché questo è impossibile in quanto i parametri che influenzano il grado e la portata delle conseguenze del crollo sono enormi. Per questo ho voluto scrivere questo libro: per convincere il massimo numero di persone a iniziare la loro preparazione. Più saremo numerosi a preparasi, più limiteremo la catastrofe.

Per le difficoltà impreviste, le ho avute tutti i giorni! Polli mangiati dalle volpi, verdure che non crescono, o che sono distrutti da parassiti (faccio tutto in permacultura e biodinamica, ma non è facile imparare un secolo di know-how in pochi anni), lavori elettrici e la pulizia manuale dei serbatoi, alberi da frutto che non innestano, la mancanza di tempo per l'addestramento al combattimento tattico... per non parlare delle piccole ferite di ogni tipo e altri lividi!

Non so se ho l'arroganza di dare consigli, come molti sembrano molto preparati e, probabilmente, da più tempo di me. Un errore che capita spesso di vedere è una preparazione troppo verticale o settoriale (scorte mostruose di cibo ma niente orto, eccesso di armi ma nessuna scorta, ecc.) che lascia scoperti altri aspetti. Trovo che la preparazione sia più efficace in "parallelo", seguendo i sette criteri citati qui sopra. E, infine, e soprattutto, rimanere concentrati e col morale alto! Niente piagnucolii e depressione!

quotmark closeIl compito è immenso ed è facile scoraggiarsi. Tuttavia, è ciò che salverà le nostre vite e le nostre famiglie ... Pertanto, non possiamo fallire!

 

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