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Economia

20131007-usa-defaultOrmai tutti avrete sentito parlare della situazione economica, piuttosto grave, in cui versano attualmente gli USA. E' innegabile ormai che, uno degli effetti della globalizzazione sia quello di aver creato realtà economiche e finanziarie globali, estremamente legate tra loro. Accade quindi che le difficoltà economiche di un colosso come gli Stati Uniti abbiano ripercussioni enormi su tutte le altre realtà: basti pensare che a livello mondiale la valuta con cui si commercia il petrolio è il Dollaro USA.
Cerchiamo quindi di analizzare un po' meglio la situazione e fare luce sugli eventuali rischi globali. Cosa realmente sta accadendo? Quali potrebbero essere le ripercussioni per tutti noi?


Innanzitutto: cosa è successo?
Il 30 settembre scorso si è concluso per gli Usa l'anno fiscale 2013 e in concomitanza con questo evento il Congresso avrebbe dovuto approvare il budget per l`anno fiscale 2014 che ha inizio il 1 di ottobre.  Il primo di ottobre è inoltre entrato in vigore il discussissimo  "OBAMACARE", provvedimento che mira ad ampliare i servizi sanitari pubblici per una consistente  fetta di popolazione, per cui il presidente Barack Obama si è strenuamente battuto e su cui ha basato la sua campagna elettorale.

La possibilità di approvare questo provvedimento e la necessità di aumentare il tetto del debito nazionale hanno scatenato uno scontro tutto politico in cui le opposte fazioni si stanno tenendo sotto reciproco scacco, bloccando lo stato e mettendo in forte rischio la sua (e la nostra) economia.

 

Lo scontro politico

Per capire meglio la situazione è bene sapere che gli USA hanno un parlamento (Congresso) formato da due Camere: La Camera dei Rappresentanti e Senato i quali insieme rappresentano il potere legislativo (promulgare leggi). Altro dato importante è che il Senato è a maggioranza democratica, mentre  la camera dei rappresentanti è a maggioranza repubblicana, o meglio lo è diventata dal 2010 anno in cui si sono svolte le ultime elezioni di (mid term) le quali rappresentano un importante feed back sul governo in carica, proprio perchè sono svolte a metà del mandato presidenziale.
La camera a maggioranza Repubblicana si è opposta  al rifinanziamento del debito e ha richiesto il posticipo di un anno per l` ingresso in vigore dell` OBAMACARE (che secondo i Repubblicani graverebbe enormemente sulle tasche dei contribuenti in un momento di grave crisi economica), richiesta alla quale OBAMA non si è piegato. Ed ecco il nocciolo della questione: senza l`accordo politico, e quindi senza rifinanziamento del debito pubblico, dal 1 ottobre gli USA sono entrati in uno stato di "bancarotta provvisoria" la quale prevede una serie di misure automatiche che

 

Le conseguenze
In questa situazione i servizi sono ridotti al minimo indispensabile o addirittura sospesi, come risultato circa 800.000  dipendenti federali sono stati lasciati a casa senza stipendio. I monumenti come la Statua della Libertà o i parchi nazionali chiusi per mancanza di fondi. Persino la NASA che vanta più di 16000 dipendenti opera a servizio ridotto con solo 600 persone. Solo i servizi considerati vitali o di sicurezza rimarranno esclusi da tali misure.
La cosa peggiore sono gli effetti secondari di tutta la questione: quasi un milione di persone che nell`arco di un giorno sono rimaste senza lavoro non sono poca cosa. Naturalmente questo andrà a gravare sul loro reddito discrezionale contribuendo ad aggravare la crisi economica vanificando, con tutta probabilità, i timidi segnali di ripresa. Il tutto si tradurrà in un enorme costo sociale ed economico che andra` a gonfiare ancora di piu` il già spropositato debito pubblico americano pari a 17 mila miliardi di dollari.

Va ricordato poi che negli USA lo stipendio è percepito settimanalmente, quindi l'impatto si è sentito immediatamente. Nei giorni scorsi abbiamo già visto immagini di persone che iniziano a vendere parte dei loro averi per sopperire alla mancanza di soldi.

 

I rischi
Questa situazione ha già diversi precedenti, ultimo dei quali nel '95-'96 sotto il governo Clinton, ma ora il contesto politico ed economico mondiale è profondamente cambiato, ed ha visto salire sulla scena internazionale nuovi protagonisti (Cina, India, Brasile) e visto risorgerne altri come la Russia (diventa impossibile quindi prevederne gli esiti). I rischi concreti sono quelli di vedere protrarsi troppo questa situazione dalla quale si rischia di non uscire o di uscirne a costi astronomici mettendo gli USA ( e di conseguenza il mondo intero) a rischio depressione economica.
In secondo luogo, va considerato il rischio attentati ai numerosissimi luoghi sensibili rimasti quasi del tutto sguarniti, infine il rischio concreto di disordini interni e di scontri di piazza (non è facile gestire un milione di persone rimaste senza lavoro senza nessun preavviso).

 

Cosa Rischiamo noi ?
Naturalmente di essere risucchiati in una spirale depressiva, pericolo molto reale se consideriamo lo stato di salute della nostra economia e del nostro apparato politico. Speriamo quindi che la situazione si risolva in maniera positiva e rapida.

Siamo in una situazione molto delicata ma ancora risolvibile per vie politiche, durante la quale è necessario mantenere un elevato livello di guardia sopratutto in vista del 17 ottobre prossimo, giorno in cui gli USA raggiungeranno il loro limite di indebitamento massimo. Unico modo per evitare il defaul (stile Grecia per capirci) sarà quello di innalzare ulteriormente tale soglia, ma per quanto tempo ancora questo "gioco" potrà continuare?

 

Paolo Wook per Prepper.it

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