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SHTF & C.

20140717-BPPeakOilStavolta non è una associazione ambientalista a lanciare l'allarme, ma una delle più famose aziende petrolifere al mondo. Secondo gli studi della BP, al ritmo di consumo attuale il pertolio a disposione in tutto il mondo basterebbe per altri 53 anni, lasciando il mondo a secco nel 2067, come a dire che c'è abbastanza petrolio solo per le prossime due generazioni.

L'importanza dell'energia non dovrebbe più essere una sorpresa per nessuno. Abbiamo avuto modo più volte di vedere come questa importantissima risorsa, nelle sue diverse forme sia un elemento chiave a livello globale per l'economia, la geopolitica, le guerre, le nostre porspettive di sviluppo ed il nostro stile e tenore di vita.

Energia

Se vediamo sovrapposti il grafico della popolazione mondiale con quello del consumo di barili al giorno, ci rendiamo conto di quanto la nostra specie sia legata (forse troppo) a questa risorsa. Questo concetto elementare dovrebbe bastare a farci capire la gravità della situazione.

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Non solo auto

Molti ancora commettono l'errore fondamentale di associare il petrolio esclusivamente alla benzina necessaria per i motori delle nostre auto, e confidano (erroneamente?) in una prossima rivoluzione tecnologica che garantirà la nostra locomozione con altri sistemi: dalle auto elettriche a forme diverse di carburanti come il biodiesel o l'etanolo.

L'erroe è molteplice: innazitutto lo strapotere delle case petrolifere ha più volte tarpato le ali alle alternative che puntavano a svincolarci dai combustibili fossili, e questo ci lascia di fatto con una ricerca molto poco sviluppata, per nulla in grado di sostituire o anche solo competere con l'estensione e la complessità dell'attuale sistema. La speranza di poterci rivolgere ad una forma di energia alternativa al petrolio e mantenere lo stesso tenore di resa e consumi è assurda: ci siamo rivolti al petrolio proprio per la sua disponibilità ed enorme resa, che non possiamo trovare in altre fonti. Da ultimo, e più grave, ci si scorda che il petrolio viene utilizzato per molteplici altri usi oltre alla locomozione: se consideriamo solo i settori della chimica che necessitano di derivati del petrolio, dovremmo considerare a rischio la produzione di plastica, polimeri di ogni genere, colle, lubrificanti, solventi, il catrame per le strade.... Ma la cosa si fa ancora più grigia quando consideriamo che la petrolchimica ci dà anche i fertilizzanti per le nostre coltivazioni ed i componenti base per molti medicinali ed antibiotici.

 

Prospettive

Esperti, ambientalisti, scettici e scienziati dibattono sull'effettivo numero di anni che ci separano dell'esaurimento dell'oro nero, ma nessuno di loro potrà eludere il problema del fatto che questa risorsa è limitata e finita. Che questa si esaurisca nel 2063 come previsto dallo studio della BP, nel 2040 o nel 2140, poco cambia, perchè il disastro inizierà molto prima.

Non è infatti necessario che il petrolio finisca fisicamente del tutto perchè si verifichi un collasso del nostro sistema. Si sta continuamente abbassando il parametro di ERoEI, per cui estrarre petrolio è sempre più costoso in termini di energia: mentre una volta ci voleva l'energia di 1 barile di petrolio per estrarne 100 (ERoEI=100), oggi le diverse fonti hanno una resa pari massimo a 20 e che scende a 3 per le sabbie bituminose.

Questo ovviamente ha delle implicazioni economiche: è sufficiente che vi sia un'aumento elevato dei costi di estrazione (è sempre più difficile trovarlo e lo si cerca in pozzi sempre più complessi e pericolosi) perché questo si rifletta in prezzi molto più alti di raffinazione e quindi di vendita,  con un conseguente aumento del costo di tutti i beni commerciali trasportati: cibo e medicine per primi.

 

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