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Strategie

Continuamo l'articolo sul concetto "Grey Man" da dove lo avevamo lasciato nell'articolo precedente vedendo come fosse tema con molte sfaccettature e che merita spazio per un corretto ed esaustivo approfondimento.

In questa seconda parte vedremo come il nostro cervello filtri e selezioni le informazioni che ricava dall'ambiente circostante,le analizzi e ci mandi le informazioni per prepararci ad affrontare eventuali minacce al fine di evitarle.

 

Vi presento RAS
Come avevamo anticipato il nostro cervello analizza costantemente le informazioni che riceve. Per gestire la mole di lavoro si avvale di un filtro, chiamato RAS (Reticular Activation System: sistema di attivazione reticolare) che decide quali informazioni filtrare impedendogli di arrivare alla mente coscente per preservare energie e utilizzarle per tasks più importanti.
Il nostro cervello usa dei "programmi" che funzionano da millenni e che hanno permesso all'uomo di sopravvivere da quando era una proscimmima. In prima istanza cerca potenziali minacce, movimenti veloci, pericoli in movimento, colori vivaci, forme umane, riflessi, luci abbaglianti e qualunque cosa in qualche maniera stimoli la nostra attenzione. Ma per concentrarsi su queste cose deve necessariamente scartarne altre: per esempio,il RAS ignora le aree di colori continui, le ombre, colori naturali, movimenti lenti.

 

Non solo immagini

Il RAS non gestisce solamente lo spettro visivo, ma tutti gli input che riceviamo, anche quelli uditivi. Il nostro cervello,quindi, filtrerà suoni familiari, abitudinari o che non costituiscono una minaccia, come il suono del frigorifero o il ticchettio del orologio, ma ci avviserà qualora si presentino dei suoni che possono rappresentare un possibile pericolo, come una sirena o dei rumori sospetti durante la notte.

La Baseline

Se raccogliamo in un unico concetto l'insieme di tutte le cose che il RAS scarta, definiamo esattamente la baseline. Il RAS di fatto fa una "media" di tutto quello che lo circonda e che gli sembra "normale" così da potersi concentrare solo su quello che si discosta dalla baseline.

 

RAS incontra Grey Man

Una volta che sappiamo come funziona il RAS e come vengono innescati i ricettori che gestiscono gli stati di allerta possiamo provare ad "hackerare" il loro funzionamento per diventare invisibili e passare sotto al radar. In altre parole, si tratta di un tipo diverso di mimetizzazione: a differenza di quello basato su pattern, e colori, tipico degli abiti militari, vogliamo mimetizzarci dentro tutte quelle informazioni che il RAS scarterà, così da farci scartare.

La parola chiave e' ordinario, in ogni aspetto. Immaginate che qualcuno debba descrivervi: il vostro scopo è non dargli elementi facili da notare e ricordareNon smetterò di ripeterlo,ordinario,comune,e' la chiave.

 

Abbigliamento.

Generalmente colori naturali sono i migliori: nero, verde, marrone, beige e grigio (il colore "naturale" delle città) perché si adattano tranquillamente sia ad un contesto urbano come ad un contesto più naturale, come bosco, montagna etc. E' importante saperci muovere in entrambi i contesti,perché si può passare dall'uno all'altro senza difficoltà alcuna se la situazione lo richiede. Bandite le t-shirts con nomi, loghi, immagini etc.

Sconsigliatissimo anche l'abbigliamento mimetico,specialmente in città, e così anche tutte le cose "tacti-cool" che abbiamo come zaini, anfibi, sistemi MOLLE, o gadget in evidenza che possano attirare l'attenzione: via gli occhiali da sole in metropolitana o in treno e così via.

 

Comportamento

Non dovrebbe essere neppure necessario dire che modi ed atteggiamenti di un grey man debbano essere quantomeno discreti e non attirare l'attenzione.
Evitiamo di gesticolare, guardarci attorno vistosamente, e evitare il contatto visivo. Niente schiamazzi o risate contagiose.

Impariamo a mescolarci con l'ambiente circostante copiando il comportamento delle altre persone: inseriamoci nella baseline che vediamo attorno a noi.
La velocità alla quale si muovono le altre persone, i modi in cui gesticolano, il volume e la velocità in cui parlano.

 

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