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Preparazione

Non ci stiamo riferendo ai libri di Suzanne Collins  (che ha preso non pochi spunti da Battle Royal) o alla trilogia di film che ne sono stati tratti. Anche se entrambi ci sono piaciuti, abbiamo solo preso spunto per inventare un gioco per mettere alla prova le vere abilità di un prepper di fronte ad una reale situazione di emergenza utilizzando il più diffuso sistema di verifica di tutti i tempi: la simulazione.

Troppo spesso accade che ci si abbiano alcune convinzioni che poi si rivelano essere tremendamente fallaci e questa epifania può costarci cara. Queste convinzioni possono avere radici molto di verse: pigrizia, disinformazione, ego, televisione, per citarne solo alcuni. Ad esempio potremmo credere di essere molto più in forma di quanto sia vero, possiamo dare per scontato di essere in grado di utilizzare un dato strumento della BOB. o di saper gestire stress e difficoltà che sono in realtà, oltre i nostri limiti. Non c'è peggior momento per scoprirlo che quando se ne ha davvero bisogno...

 

Mettersi alla prova.

Provare quanto siamo realmente in grado di fare o di sopportare e' sempre una sfida. Come tale non è da prendere alla leggera. Ad esempio è molto raro che nel valutare le proprie capacità si prendano in considerazione aspetti psicologici quali lo stress, la fatica, l'influire delle emozioni. Questi aspetti, e numerosissimi altri, avranno modo di palesarsi, e quindi di esserevalutati solo durante una simulazione.

D'altro canto è arcinoto che il solo fatto di sapere che si tratta di una simulazione e non della realtà, diminuisce moltissimo la carica emotiva che si ha durante la prova, e con essa diminuisce l'impatto che questi aspetti hanno sulle performances. Ne consegue che la valutazione che faremo deve essere per forza di cose peggiorativa.

Non è raro rimanere sorpresi, sia positivamente che negativamente, da quello che si è stati in grado di fare e scoprire che le proprie stime precedenti erano errate. Sono proprio questi errori di valutazione i soggetti della nostra indagine.

 

Corso di sopravvivenza? No... ma quasi.

Molti sono attratti dall'idea di provare un corso di sopravvivenza. L'idea è di sicuro ottima, ma bisogna essere certi che le cose che si impareranno al corso siano adatte a quello che ci si prefigge. Non ha alcun senso a frequentare un corso simile ambientato nel deserto o nella jungla se poi la nostra vita non ci porta in quei luoghi. Non abbiamo necessità di apprendere cose che hanno scarsissime probabilità di rendersi davvero utili. Meglio concentrarci su quella che è la nostra realtà, considerando anche casi e situazioni marginali ma credibili.

Fermo rimane che un corso fatto bene da personale qualificate è una soluzione ottima e probabilmente l'unico modo per imparare velocemente alcune skill. Ma cosa potrebbe essere meglio di un corso che si tiene proprio a casa nostra, con i menbri del nostro gruppo? Non sarebbe meglio fare esperienze contestualizzate nella nostra città o nella nostra regione? Gli "hunger games" possono essere visti come un corso "fai da te", che ci da la possibilità di metterci in contatto con le difficoltà di questo tipo, e di cercare poi le soluzioni che meglio si adattano alle nostre necessità.

 

Il proprio limite.

Bisogna chiarire una cosa importantissima. Tutti hanno dei limiti, ed in questo non c'è nulla di male o di strano. Troppo spesso siamo bombardati da figure di personaggi più o meno noti che sembrano in grado di fare tutto, di non mollare mai, di andare oltre l'umano. Anche se tutti consciamente sappiamo che dietro queste epiche gesta c'è spesso della finzione scenica o letteraria, siamo sempre inconsapevolmente spinti ad inseguire quel modello.

Non ammettere o riconoscere di avere dei limiti è semplicemente da stupidi. Per un prepper non conoscere i propri limiti può essere fatale. Sapere con precisione quali saranno le reazioni del nostro fisico sotto diverse pressioni ci permette infatti di sapere come porci rispetto alle diverse difficoltà. E' solo così che sapremo se in una specifica saremo in grado di comportarci al meglio o se conviene delegare quello specifico compito o rinunciare del tutto (se possibile).

Riconoscere un limite è solo la controparte del riconoscere le abilità o i punti di forza proprio o altrui che siano. Non tutti poi hanno gli stessi limiti, è del tutto ragionevole che, così come per le abilità, in un gruppo ci possa essere chi ha una resa migliore di altri in certe condizioni, e conoscere quindi le sfaccettature dei componenti di un gruppo ci permetterà sempre di trovare la persona giusta per questo o quel compito.

 

Il gioco

Non esistono delle vere e proprie regole ma il concetto che sta alla base è molto semplice. Si prende una situazione di emergenza, tipo SHTF, o WROL o altro e la si analizza. Si considerano le privazioni che dovremmo sostenere in quella specifica situazione e si stabilisce un limite temporale. Durante quel periodo di tempo ci comporteremo come se la situazione che stiamo prendendo in esame fosse reale. Annoteremo tutte le sensazioni le difficoltà e le soluzioni che troveremo e cercheremo così di conoscerci meglio.

 

Un esempio: il mega-blackout.

Ipotizziamo che per 2 giorni l'intera regione in cui viviamo sia colpita da un black-out, situazione non molto diversa da quanto è successo il mese scorso a New York con l'arrivo dell'uragano Sandy.

Per la nostra simulazione potremo avere diversi gradi di "realismo". Al livello più semplice potremo solo spegnere le luci di casa e non riaccenderle più per due giorno. Se vogliamo aumentare il livello di realismo potremo direttamente staccare il contatore: avremo così più problemi da risolvere, primo tra tutti il cibo all'interno del nostro frigorifero !

Non useremo nulla che necessiti di corrente per funzionare: dalla TV all'ascensore di casa, dai bancomat ai mezzi pubblici. Tutti i servizi che si basano sull'uso di corrente ci saranno banditi, questo include le pompe del benzinaio, molti servizi ospedalieri, i condizionatori, e così via. Potremo usare quello che va a batterie, attenzione però: i nostri cellulari e smartphone con ogni probabilità non ci darebbero la possibilità di comunicare dato che le antenne ed i ripetitori sarebbero spenti.

Quali sarebbero le risorse a nostra disposizione? Quali problemi incontreremmo e come potremmo risolverli? Con ogni probabilità dovremo ricorrere a candele e lampade per l'illuminazione notturna, inizieremmo a razionare l'utilizzo del contante dato che bancomat e carte di credito non funzionano e così pure il carburante per i mezzi: riscopriremo il piacere di spostarci in bici?

Tutte le esperienze fatte ci porteranno probabilmente a dire più di una volta "non ci avevo pensato". E' bene fare il gioco in gruppo: la propria famiglia, amici e parenti, o le persone con cui stiamo condividendo il nostro approccio alla preparazione. Questo ci darà molteplici vantaggi: potremo conoscere meglio le persone del nostro branco e consolidare i rapporti di fiducia reciproca. Potremo sapere già in anticipo le zone forti e deboli di ognuno e quali persone sono più adatte per certi compiti. Inoltre, quando distrattamente (le abitudini sono dure a morire e certi gesti sono pressoché automatici ormai) accenderemo le luci qualcun'altro potrà controllare e riportarci nelle regole del gioco.

 

Altri scenari ed altre regole.

Ormai il meccanismo dovrebbe essere chiaro ed il limite è solo la fantasia o la consapevolezza che abbiamo rispetto ai vari scenari ed eventi.Siamo liberi di declinare il gioco come preferiamo, partendo da uno scenario reale o semplicemente imponendoci alcune limitazioni. Queste limitazioni poi possono avere sfumature anche molto diverse: non per forza il black-out deve essere totale, ma può avvenire per alcune ore al giorno e così via. Solo per aggiungere qualche spunto mettiamo una serie di difficoltà che potremmo valutare, con qualche suggerimento o avvertenza.

  • mancanza di gas, luce o altra risorsa: anche qui basta spegnere il rubinetto centrale della casa, ed ingegnarsi a trovare mezzi alternativi per cucinare e scaldarsi
  • irreperibilità di benzina per auto e mezzi di trasporto
  • impossibilità di avere una notte piena di sonno a disposizione: come quando ad esempio si hanno dei turni di guardia o se si deve assistere un malato. Attenzione! questo esercizio è molto pesante per il corpo e può essere estremamente pericoloso nella fase di recupero: evitate ad esempio di mettervi alla guida in questi casi.
  • irreperibilità di cibo: possiamo variare l'intensità di questo scenario a piacere, si va da una sensibile diminuzione dell'apporto calorico al digiuno completo. Attenzione! anche in questo caso è bene prestare molta attenzione alle conseguenze a breve e lungo termine che questo esercizio può avere: evitiamo i lavori fisicamente impegnativi durante l'esercizio.
  • irreperibilità di acqua: potremmo doverla andare a prendere ad una sorgente distante o essere limitati a quella attualmente presente in casa. Attenzione! per nessun motivo è consigliabile fare un esercizio che si trasformi in uno sciopero della sete.
  • blocco delle fognature: non possiamo più usare lo sciacquone... come provvediamo?
  • bugging out: non potendo più fare rientro a casa x 48 ore, cosa faremmo? Possiamo davvero raggiungere la nostra BOL (Bug Out Location) contando davvero sulle nostre forze?
  • restrittezze economiche: non abbiamo più accesso al denaro, ne tramite prelievi, ne prestiti o altro (esperienza vissuta a volta da qualche turista sfortunato all'estero).

Come abbiamo già visto per gli eventi, è possibile che si crei un effetto domino tra le limitazioni: il bugging out può costringere sia ai turni di guardia, che alla marcia per lungo tempo che alla riduzione del cibo a disposizione.

 

Il ritorno alla normalità

Provare un giro di "hunger games" può essere davvero faticoso se la durata del gioco e le difficoltà a cui ci si sottopone sono ingenti. Come abbiamo visto le fatiche a cui ci si può sottoporre possono metterci a dura prova e renderci difficile lo svolgimento di alcune attività importanti (guida, lavoro mentale, lavoro fisico...). L'esperienza però non termina con la fine del gioco, c'è infatti un dato molto importante che dobbiamo raccogliere: il tempo di recupero.

Dopo quanti giorni o ore di sonno extra ci saremo pienamente ripresi dalla privazione del sonno? dopo quanti giorni o calorie extra il nostro corpo sarà in grado di lavorare come prima dopo un digiuno prolungato?

Conoscere i propri tempi di recupero ci da la possibilità di valutare lo sforzo che si dovrà intraprendere in modo molto più completo ed efficace. Infatti non dovremo considerare solo se saremo in grado di superare una certa avversità, ma anche quanto a lungo questa lascerà il sengo una volta superata.

 

Come spesso abbiamo sottolineato, certe cose non si improvvisano e vanno conosciute prima. Gli "hunger games" sono un ottimo strumento per fare un "reality check" e toccare con mano come siamo messi con la nostra preparazione.

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