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Preparazione

20130618-treckingPer chi vive in una zona dove le montagne la fanno da padrone non è inconsueto leggere sul quotidiano locale di persone (solitamente turisti) disperse, infortunate o, nel peggiore dei casi, decedute sui sentieri in quota, anche su quelli considerati alla portata di tutti. Tolti i rari casi dove il fattaccio era inevitabile (eventi naturali, malori, ecce cc…) il più delle volte seguire poche regole basilari avrebbe potuto ridimensionare se non evitare la tragedia, vediamone alcune dettate soprattutto dal buon senso.

In questa mini-serie di articoli vedremo come organizzare una gita di trecking per chi è alle prime armi, così da godersi la giornata in tutta sicurezza.

In questo primo articolo partiremo con l'analisi di tutte le cose che si devono fare prima di iniziare ad avventurarsi per sentieri e passi. Alcune cose potranno sembrare elementari, ma non serve dire che è proprio quando queste cose vanno storte che iniziano i problemi.

 

Rispetto
La montagna esige rispetto, mai sottovalutare un percorso, anche se è un semplice sentiero pianeggiante. Qualsiasi sia la meta che vogliamo raggiungere si deve essere vigili lungo tutto il tragitto. Non è raro che qualcuno, distratto, inciampi in una radice o in un sasso sporgente con conseguente infortunio.

 

Forma fisica
Per affrontare determinati percorsi bisogna prima fare un’analisi del proprio stato di salute. Se siamo prevalentemente tipi sedentari, passiamo tutto il tempo in ufficio o comunque siamo impossibilitati a fare del motto regolarmente è bene evitare (perlomeno inizialmente) il trekking a quote troppo alte e su sentieri considerati “difficili” dalle guide cartacee. Se invece possiamo vantare una forma fisica invidiabile, ebbene, è comunque meglio avvicinarsi gradualmente alle quote più alte, diciamo a partire dai 2.500 mt: la carenza di ossigeno potrebbe farsi sentire e un capogiro mentre si percorre un sentiero esposto potrebbe rivelarsi fatale!

 

Prima di partire
Bisogna organizzare sempre con largo anticipo le nostre uscite: scegliere la destinazione, conoscere i tempi di percorrenza previsti, sapere se ci sono punti di ristoro e avere sempre delle provviste e dell’acqua (non bibite gasate, non alcolici). Molte persone bloccate accidentalmente hanno pagato caro il non avere nulla con cui rifocillarsi e idratarsi durante il fermo forzato. Lasciamo sempre detto dove siamo diretti a qualcuno (a casa, all’albergo, ad amici) e a che ora prevediamo di rientrare: se dovesse capitarci qualcosa i soccorsi potranno essere allertati in tempi rapidi e aumentare le nostre probabilità di salvezza. Un occhio alle previsioni meteo non guasta.

 

Bimbi in montagna
Spesso si incontrano genitori con bimbi di pochi mesi che piangono disperati e i primi non si capacitano del perché. I bambini sotto i due anni non devono superare i 2.000/2.500 metri di quota! Infatti il loro fisico non ancora sviluppato accuserà forte disaggio dato dalla carenza di ossigeno (anche se minima) e dalla pressione e potrebbero soffrire di forti dolori alle orecchie. Se dovesse capitarvi potete fare una sola cosa, scendere al più presto a quote sopportabili dai più piccoli.

 

Fauna e flora
È semplice: lasciate stare fiori e piante e non disturbate gli animali, loro sono nati lì, voi no.


Burocrazia
Se andate all’estero preoccupatevi sempre di informarvi su come funziona il soccorso del paese dove siete ospiti e sarebbe buona norma stipulare un’assicurazione che copra le eventuali spese di soccorso (se viene utilizzato un elicottero potreste ritrovarvi a pagare migliaia di euro).

 

Nel prossimo articolo passeremo ad analizzare l'attrezzatura e l'abbigliamento più adatto per una giornata in montagna.

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