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Sicurezza

fitness trainingRiprendiamo il filone della Sicurezza Personale che avevamo lasciato da parte ormai da un po' di tempo. Quello che proporremo ora è un articolo che a molti potrebbe sembrare "cotrocorrete" o "apocrife", ma che a nostro avvio è uno dei pochi consigli seri che si possano dare rispetto a questo argomento serio. L'esperto di difesa personale MC ci introduce alla strategia della difesa, che potremmo tradurre banalmente con : "Come NON avere bisogno di combattere e difendersi".

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Non è difficile incontrare siti internet, articoli su stampa specializzata o trasmissioni televisive che pubblicizzino questo o quel metodo di difesa, piuttosto che un prodotto o un sistema di sicurezza che dovrebbe essere la soluzione definitiva a tutti i nostri problema. A mio avviso è molto più facile che quel "prodotto" e quel modo di pensare ci porti proprio nella direzione opposta.

Tutti questi prodotti infatti entrano in gioco in un constesto un cui un'aggressore, un malintenzionato o comunque "il pericolo" è li davanti a noi, e si dimenticano tutto il resto, tutto quello che c'è attorno e che accade prima. Quel momento potrebbe già essere troppo tardi, e non trovarsi in quel guaio è enormemente più importante e semplice ed efficace che sapere come venirne fuori...

 

 

Il mercato della sicurezza personale.

Al giorno d'oggi basta andare in qualsiasi palestra di quartiere ed informarsi sui corsi che tengono per trovare un corso di sistemi di combattimento, di arti marziali o di metodi semi-para-militari di difesa. In questo momento vanno molto il corsi di Krav Maga o di Brazilian Ju Jitsu o di Mixex Martial Arts, tutti sistemi chesi fregiano di essere l'ultimo ritrovato, il distillato dell'esperienza millenaria sintetizzato in una veste moderna. Quando ero più giovane si faceva a gara per trovare il dojo di arti marziali che fosse più tradizionale attinenti alle radici.

Personalmente non ho nulla contro questi metodi o sistemi: ho provato di persona molti di questi e possono tutti essere validi. La differenza principale che ho trovato non sta nei sistemi, ma negli istruttori. Se un istruttore è serie preparato è in grado di tirare fuori il meglio di ogni allievo, ma troppo spesso ormai le federazioni sfornano istruttori nel giro di 2 o tre anni di pratica. Per quelli "come me" rimane il piacere di riconoscere un bravo istruttore quando questo ha svariati anni di pratica e di insegnamento e, per forza di cose, questa esperienza nasce dalle arti marziali.

Che scegliate di seguire un corso di pugilato o di judo non è rilevante quanto si possa pensare. La cosa importante è che, se scegliete di cominciare questo percorso, lo facciate seriamente e che siate anche disposti a ricredervi e, se serve, cambiare istruttore o disciplina fino a che non trovate quello che vi serve o fa per voi.

Tutti questi approcci però hanno un'enorme problema di fondo: si concentrano su uno scontro fisico e lasciano credere che la sicurezza personale si possa trovare una volta che si diventa capaci di reagire ad una aggressione. Questo è totalemente sbagliato, fuorviante e pericoloso. La sicurezza personale non si ha quando si è in grado di atterrare un malintenzionato (ammesso che ci si riesca) e ha ben poco a che vedere con il confronto fisico diretto.

 

Tattica VS Strategia.

Gli appassionati di arti militari, scacchi ed economia conoscono bene la differenza tra tattica e strategia. Cerchiamo di darne ora una spiegazione quanto più semplice e corretta possibile.

  • la tattica consiste quell'insieme di azioni, attività e mezzi utilizzati per raggiungere uno specifico scopo prefissato in un preciso contesto
  • la strategia è un piano d'azione complesso e a lungo termine che mira a coordinare le azioni necessarie a raggiungere uno scopo

Quindi per raggiungere un determinato scopo, che può essere anche molto generico o raggiungibile attraverso diverse vie, impostiamo una strategia. Per mettere in atto questa strategia avremo bisogno di impostare una serie di azioni o attività tattiche che avranno uno scopo specifico ben definito ed una condotta stabilita in partenza. Non a caso molti accessori, capi d'abbigliamento e strumenti dal look militare (o "tacticool") hanno l'aggettivo "tattico" nella loro descrizione.

In questa divisione di massima, tutti i sistemi di difesa che abbiamo citato prima sono di tipo tattico, ovvero mirano a risolvere delle situazioni ben circoscritte e definite, il cui contesto è spesso determinante per lo svolgimento della tattica stessa. Vuol dire che prescindono da una visione d'insieme a lungo termine atta a stabilire, insediare e mantenere una reale sicurezza omnicomprensiva. In questo non c'è nulla di male, semplicemente sono strumenti che servono ad alcune cose ma non ad altre. La cosa importante, e che ci proponiamo di fare ora, è dare uno sguardo allo schema globale, e cogliere gli importantissimi benefici di un'approccio ad ampio raggio.

 

Obiettivo: non combattere.

Proviamo a dare uno sguardo completamente diverso al problema della sicurezza e degli scontri che potrebbero scaturire mentre cerchiamo di preservare noi stessi ed i nostri cari. E se lo scopo non fosse vincere ma quello di non combattere affatto?

Vien da se che ogni scontro porta con se un margine di rischio, nessuno può essere certo di cavarsela sempre e comunque. Perchè allora non elaborare una strategia che ci permetta di evitare quanto più possibile uno scontro? In altre parole, quando inizia la difesa? solo quando siamo sotto una minaccia reale ed attuabile o appena so di avere qualcosa che vale la pena difendere?

Alle volte si assiste purtroppo ad un atteggiamento molto sbagliato di persone che hanno una reale abilità tattica nel gestire le situazioni di scontro. Queste persone, poco sagge, iniziano ad assumere un'atteggiamento spavaldo, poco sicure di se, addirittura provocatorio, perchè non temendo più lo scontro (grave errore) sono più propensi ad infilarsi in situazioni simili, vuoi per ego, vuoi per un eccesso di fiducia in se stessi. Cercare uno scontro è sempre e comunque sbagliato, a prescindere dalle probabilità di vittoria che uno si attribuisce, magari sbagliando. Anche Sun Tzu, nel suo "Arte della Guerra" insegnava a catturare il nemico e farlo arrendere senza combattere anche nei casi in cui le nostre forze sono 5 volte le sue.

 

L'ultima spiaggia... a cui non vogliamo approdare.

Molti concordano nel sostenere che lo scontro vada evitato il più possibile e che non vi si debba fare ricorso se non come ultima opzione. Tuttavia quasi mai si trova qualcuno che sappia dire qualsi sono le altre opzioni e come fare rendere queste quelle più facilmente adottabili. Quella stessa risoluzione poi ci dice, indirettamente, che se siamo stati costretti ad arrivare ad uno scontro, vuol dire che tutte le opzioni precedenti le abbiamo perse, sorvolate o abbiamo fallito nel metterle in atto.

Quindi arrivare ad uno scontro non è una soluzione: arrivare ad uno scontro vuol dire spostare la situazione sul piano dello scontro perché non siamo stati in grado di risolvere quella stessa situazione nei piani precedenti. E' praticamente un'ammissione di colpa. E il portare il problema ad un livello più alto e più pericoloso non vuol dire necessariametne risolverlo, vuol dire che a quel livello il nostro rischio sarà comunque più alto, e con esso probabilmente anche i danni che potrebbero derivarne.

Facciamo un esempio: mi dicono che alcuni prepper sono preoccupati che "i cattivi" possano venire a dare la caccia alle proprie scorte di cibo. A questi prepper pongo la seguente domanda: "perchè i cattivi verranno proprio a cercare le vostre scorte e non le mie?" Risposta: perché voi avrete fatto degli errori che io probabilmente non ho commesso.

 

Studiare e capire la Strategia della Sicurezza

Il modo migliore per evitare questi errori è impostare una Strategia della Sicurezza che copra tutti i diversi aspetti della sicurezza e ci porti a:

  • non essere un possibile bersaglio facile: possiamo scegliere di sembrare l'elemento più forte del gruppo, e quindi più pericoloso da attaccare, possiamo avere la porta di casa più robusta di quella del vicino, e quindi essere la scelta più faticosa per un ladro. 
  • "passare sotto i radar" di ogni possibile minaccia: se passiamo inosservati sarà difficile essere scelti come obiettivo di un'aggressione, se un ladro ha modo di ritenere che non farà un gran bottino venendoci a derubare probabilmente sceglierà di non farlo.
  • valutare tutti i fattori di rischio e starne alla larga: non ha senso essere costretti a risolvere un problema se possiamo evitare di doverlo affrontare del tutto, per questo tutte le mamme del mondo dicono alle loro figlie di non andare in giro da sole in tarda sera ma di farsi accompagnare.
  • prevenire le situazioni pericolose: ogni situazione pericolosa (salvo le i raggiri fatti ad arte) hanno dei segnali precursori, o dei sintomi riconoscibili che possono metterci in allerta e farci scampare un pericolo.
  • limitare i danni che possono derivare da uno inconveniente: quando non riusciamo ad evitare un pericolo, possiamo limitare i danni che comporta: se distribuiamo i soldi in diverse tasche e veniamo borseggiati, il danno che subiamo sarà relativo solo alla parte di soldi che ci hanno sottratto.
  • avere sempre un "piano B" a disposizione:  chi può venirci a prendere se l'auto ci lascia in panne? chi è il nostro backup per un compito? ho una bug-out-location?
  • avere sempre una via di fuga a disposizione: dove vado a prendere posto in un locale e perche? dov'è l'uscita di sicurezza? come la raggiungo nel minor tempo possibile? come raggiungo la bug-out-location?

 

quotmark closeEssendo una strategia, come abbiamo visto prima, viene definita per periodi lunghi, per situazioni molto diverse, con obiettivi generali. In questo senso non è possibile stabilire con esattezza cosa faccia parte o meno di questa strategia, anche perchè verrà applicata ad ogni signolo individuo che con le sue specifiche necessità esigenze e particoarità.

Quello che faremo quindi, nei prossimi articoli, sarà proporre delle diverse analisi o diversi concetti con cui questa strategia si possa studiare, personalizzare ed infine adottare nella vita di tutti i giorni.

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