Prepper.it fa uso di cookies classificati come "strettamente necessari" alla navigazione. Se continuate nella navigazione del sito acconsentite all'utilizzo degli stessi

 

Home

wiki

20140324-RiflessioniOggi pubblichiamo la lettera di un prepper come noi, che vuole condividere le cose che forse sono più importanti e personali: la sua storia, la sua quotidinanità e la sua preparazione. Argomenti fortemente intrecciati, come è giusto che sia, al punto che è difficile capire dove inizi o termini uno di questi aspetti, perchè se il prepping è una filosofia di vita, è impensabile separare questi fattori gli uni dagli altri.

Ma c'è dui più: Andrea mette in luce come condizioni complicate abbiamo un peso rilevante sul modo con cui si approccia il prepping e su quello che può diventare e sia necessario trovare i giusti adattamenti.

 

 

quotmark open

La sopravvivenza in genere, solitamente, viene vista come sinonimo di preparazione fisica e mentale, ma se questo poteva andare bene fino a qualche anno fa ora la vita di tutti i giorni, la società, le nuove/vecchie malattie, la disoccupazione dilagante, le preoccupazioni per il futuro nostro e delle nostre famiglie, la mancanza (o perdita) degli obbiettivi, la rabbia, le difficoltà economiche, la crisi pressante, etc.. creano in noi non solo una mancanza di attenzione ai particolari o al mondo esterno, ma spesso una vera e propria chiusura mentale e ci portano ad essere sempre più a rischio riguardo a questi due argomenti.

Per fare un'esempio pratico diretto vi racconto la mia storia, e di come ho adattato la mia preparazione a tutte queste difficoltà.

Poco incline allo studio ho iniziato a lavorare prestissimo, di norma lavori manuali (ai quali ero e sono più portato), poi crescendo mi son ritrovato a fare anche cose più interessanti e "mentali". Nel frattempo curavo la parte sportiva, in alcuni casi anche agonistica (canottaggio, danza sportiva, arti marziali, difesa personale). Qualche anno fa ho lavorato come guardia giurata facendo vari corsi sulle armi. Mi ha sempre interessato alla cultura Prepper, pur non sapendo nemmeno che esistesse un termine che ci accomuni.
Tutta questa noiosissima prefazione per arrivare al punto:

Due anni fa mi è scaduto l'ultimo contratto e dopo un anno senza lavoro, per lo stress accumulato ho avuto un infarto, una leggera depressione e un'infiammazione grave ai polmoni. Tutto ciò viene curato ancora oggi (siamo al secondo anno, anche di disoccupazione) quindi no problem, ma la vita di prima non esiste più, niente sforzi immediati, niente notti, niente stress. Ma dieta, pillole e altre cure. Una cosa è rimasta: la "sopravvivenza".

Non tanto quanto reazione alle malattie, in quanto per dei "risolutori" come siamo noi è abbastanza normale, bensì nell'ottica della totale rivisitazione della "pianificazione" fatta in precedenza. Per capirci in questi casi avremmo bisogno di mezzi per spostarci, di una scorta di medicinali più fornita, di considerare la velocità di  reazione, di eventuali rifugi molto meglio organizzati, di un sistema per riunire le persone o i famigliari più semplice, di una difesa più consona, di mezzi di comunicazione adeguati e tutto ciò che si poteva far a meno o che non era strettamente necessario.

Il punto è che, sebbene sia vero,che bisognerebbe "curare" la propria salute per essere pronti a qualsiasi evenienza, a causa di problemi esterni, non sempre è possibile. La lista alla fine è lunghissima, ma proprio questa lista, a mio avviso, fa si che la mente ed il fisico (sebbene provati) reagiscano meglio, quindi un conseguente calo dello stress e della depressione, ritrovare degli obbiettivi e via dicendo, un attento esame della propria vita in questi momenti di difficoltà dovrebbe prevedere anche tutto questo.

Non lo auguro, ovviamente, a nessuno ma se pensiamo che c'è stata un'impennata in questi ultimi mesi del +22,7% delle patologie respiratorie (bronchiti, asma, polmoniti, bronchioliti), un aumento enorme di allergie, soprattutto alimentari (senza contare celiachia e diabete), un buon 15% in più riguardo agli infarti dai 45 ai 50 anni senza poi parlare dell'enorme boom di obesità, somatizzazioni, stress e depressioni varie e consideriamo che tutto questo è dettato dal modo e dal mondo in cui viviamo, credo davvero non sia da minimizzare.

Proprio per questo vorrei anche soffermarmi sulla determinazione. Penso che in difficoltà reali preesistenti la determinazione sia la cosa più importante, non voglio far polemiche assolutamente, ma credo  che potremmo prepararci al meglio (o al peggio) ma se non si trova dentro di se la determinazione e, aggiungo, la lucidità mentale giusta non ne usciamo.

quotmark closeCi sarebbero ancora un milione di punti da sviluppare e considerare, non voglio annoiarvi troppo, ogni commento sarà ben accetto, non badate al mio stato sono forte e stò bene, credo siano dei concetti che, in questo stato sociale, riguardano tutti noi.

 

Andrea Verora per Prepper.it

 

 

PrepperSeal smallNB:

Questo articolo partecipa al concorso "2 anni di Prepper.it".

Potete votare per questo articolo mettendo un "mi piace" su FB in modo che venga conteggiato su queste pagine

 

 

Sponsors