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Economia

20130611-stealmoneyNon è la prima volta che ne parliamo, anzi. Già nei mesi di maggio, giugno e ottobre del 2013 vi avevamo avvisato sulle "voci" che indicavano nel prelevo forzoso sui conti correnti dei cittadini, una ricetta miracolosa per salvare l'economia degli stati... ma soprattutto le banche. Stavolta la proposta viene niente meno che dalla Bundesbank, che non si può certo definire un soggetto disinteressato ed estraneo a questo tipo di manovre.

Ma perché queste voci continuano a tornare ciclicamente? Cosa possiamo aspettarci oltre a queste continue minacce?

Voci preoccupanti

La prima a ipotizzare il prelievo forzoso in Europa era stata la IIF ,  poi gli USA,  infine il FMI. Ora è la Bundesbank che propone il prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini. La banca centrare tedensca infatti, non è d'accordo con l'acquisto da parte della BCE dei titoli di stato dei paesi in difficoltà, misura che permetterebbe agli stati come Grecia, Spagna e Italia di ricevere un'aiuto di tipo economico. Piuttosto i tedeschi spingono per "una scelta più in linea col principio di responsabilità nazionale" in quanto "I contribuenti sono responsabili in solido delle scelte e degli impegni presi dal proprio governo": in poche parole nessun aiuto, salvatevi da soli.

 

Perchè questa proposta

Attingere ai capitali privati sarebbe un modo per arginare il fenomeno della bancarotta, come se si mettesse in quarantena uno Stato malato per evitare che contagi altri. Oltre a limitare la propagazione del problema, lo stesso sarebbe "meglio gestibile" (localmente) e "meno rischioso" (per gli altri). La manovra sarebbe tagliata su misura sui paesi PIIGS, a rischio bancarotta.

L'attuazione poi sarebbe facilissima, immediata, ineludibile. Come già avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1992 ad opera dell'allora ministro delle finanze Giuliano Amato, questa operazione viene fatta schiacciando un bottone. I soldi sono già lì ad aspettare di essere prelevati, e non c'è modo di opporsi.

 

Cosa aspettarsi

Come sempre è difficile dirlo, ma il fatto che queste ipotesi continuino a restare sul tavolo non è certo tranquillizzante. C'è da augurarsi che non sia così, ma quando una manovra di così facile attuazzione e dal risultato immediato è presa in considerazione, non c'è che da aspettare l'occasione per cui sarà "doloroso ma inevitabile metterla in pratica", questo perchè "ce lo chiede questa o quella istituzione" o perchè "se non venisse fatta i danni sarebbero ancora maggiori".

Sono inoltre già aperte le discussioni su come realizzarla: da quali depositi ? quale la soglia minima che verrà graziata? Di certo se si sta già parlando del "come", vuol dire che il "se" non è più in discussione, ma semmai il "quando".

 

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