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Preparazione

Il binomio fame e rivolte è una costante che si ritrova più volte nella storia dell'umanità. E' evidente a tutti che, portato alla fame o vedendosi incapace di sfamare i propri figli, chiunque sarebbe capace dei gesti più forti ed eclatanti. E' un'istinto primordiale, alla base della conservazione della vita e della specie.

La storia moderna ci presenta come casi più famosi la Rivoluzione Francese del 1789 e i moti durante la Grande Carestia in Irlanda del 1845-49, ma non mancano certo esempi precedenti e, a quanto pare, anche estremamente vicini: le rivolte della primavera araba.

Uno studio dell'Università di Cambridge del dipartimento di "Studio dei sistemi complessi" ha trovato una corrispondenza tra i valori degli indici del prezzo del cibo ed il notevole aumento delle probabilità che scoppino rivolte e disordini sociali. Lo studio è del 2011 e presenta uno modello matematico per analizzare i prossimi eventi che si è dimostrato accurato.

 

 

Limite 210.

Lo studio mette in relazione diretta i più grandi disordini a livello locale e mondiale con l'indice del costo del cibo della FAO, ed i risultati sono palesi: ogni volta che l'indice supera quota 210 le agitazioni aumentano e con esse la probabilità che si arrivi agli scontri. Ovviamente non c'è una relazione di tipo causa-effetto, ma sicuramente l'elevato costo del cibo permette di creare le condizioni perfette affinché la gente, esasperata, arrivi a mobilitarsi.

Tra le cause che contribuiscono a far aumentare i prezzi del cibo ci sono: l'aumento della richiesta sul mercato da parte delle Cina e dei paesi emergenti, la conversione dei alcune culture per la produzione di bio-combustibili, ma soprattutto le forti speculazioni e le avverse condizioni climatiche. Questi aumenti hanno fatto lanciare l'allarme al presidente delle Banca Mondiale Jim Yong Kim dato che gli aumenti vadano dal 25% al 220% a seconda del paese e della coltura esaminata.

 

Il modello matematico e le previsioni

Stando allo studio, un modello matematico prevedeva che, mantenendo questo andamento, ci saranno due grandi eventi principali. Il primo era previsto per luglio 2012 (Grecia? Spagna?), il secondo per l'agosto 2013. Questi eventi sono calcolati considerando esatte le conclusioni dello studio e mantenendo l'attuale andamento dell'indice FAO. Ovviamente questo non vuol dire che qualcosa accadrà di sicuro, i tempi sono ancora lunghi e le variabili in gioco sono moltissime.

Tra i fattori che contribuiscono ad annerire la situazione c'è la recente siccità degli Stati Uniti [1][2] e la conseguenze drastica riduzione della produzione.

 

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