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Preparazione

Ritorniamo a parlare dei concetti base del prepping. Un ripasso non fa mai male... e non si finisce mai di vedere quante volte questo ripasso sia necessario, dato che spesso si incontrano suggerimenti o consigli che hanno molto poco a che vedere con i concetti base collaudati.
Per evitare quindi errori pericolosi e grossolani, passiamo a vedere il primo e più importante concetto di base del prepping: avere un piano "B" pronto, collaudato e testato.

 

Avere sempre un piano
Durante una crisi o un'emergenza possiamo dividere le persone vittime di questa situazione in due categorie: quelle che sono state proattive e quelle che, al più, hanno potuto essere reattive.
Chiariamo questo concetto: il prepper deve essere, per definizione, la persona che ha proattivamente affrontato il problema con largo anticipo e ha già stabilito una linea di condotta da tenere e ha chiare le attività da tenere. Le altre persone, che si trovano prese di sorpresa o che non avevano mai considerato questa evenienza, potranno al più essere reattive. Vuol dire che solo dopo essere messe davanti a questa difficoltà inizieranno a fare le considerazioni del caso e a intraprendere delle attività. Ovviamente, trattandosi di una reazione non meditata, fatta su due piedi con pochissimo tempo a disposizione, in uno stato emotivo e psicologico decisamente non ottimale, la qualità e l'utilità di considerazioni e azioni è fortemente penalizzata.
Sedetevi a tavolino e dedicate tempo a strutturare dei piani d'azione da intraprendere nei diversi casi in cui vi potreste trovare.

Piani e gruppi
Immaginiamo ora un gruppo di persone: una squadra o ina famiglia. Durante un evento in un gruppo proattivo ogni membro saprà qual'è il suo ruolo, cosa deve fare e cosa faranno gli altri. Nel vedere che tutti sanno cosa fare e come farlo, la tensione sarà mitigata, il morale più alto e la coesione del gruppo aumenterà. Sarà quindi molto più facile per questo gruppo riuscire ad organizzarsi, ritrovarsi, e ottenere il proprio scopo.
Diversamente un gruppo reattivo dovrà decidere tutto al momento. Ogni elemento del gruppo vedrà parte del problema e propenderà per una certa soluzione. Anche nel caso in cui fosse la soluzione giusta, non è detto che tutti gli altri membri la pensino allo stesso modo e quindi non ci sarà coesione e vera collaborazione, cosa che porterà il gruppo ad avere notevoli difficoltà in più da gestire in un momento che è già critico.


Il piani non funzionano mai come previsto
Va detto anche questo, purtroppo. Piani che tengono conto di tutto diventano troppo complicati e pieni di variabili, e si tenderà a non seguirli come stabilito. I piani migliori sono quelli più semplici e lineari possibile, ma questi tendono a non coprire la molteplicità di situazioni e sfumature che si possono presentare.
Stilate quindi dei piani di massima e flessibili. Se il piano diventa complicato cambiatelo o rinunciate a qualcosa. Qualcosa andrà sempre diversamente da come avevate previsto, proprio per questo è necessario che i piani possano essere riportati più facilmente possibile alla loro traccia originale. State pronti a dover cambiare qualcosa senza stravolgere il piano.
Se ad esempio la vostra parte nel piano è "andare a prendere i bambini a scuola e portarli a casa", potreste trovare la strada sbarrata, o scoprire che proprio quel giorno erano in gita. Modificate i dettagli del piano adattandovi alla situazione, recuperate i bambini e portateli al sicuro.


Il maledetto piano "C"
L'intera filosfia del prepping è riassumibile in questo concetto: avere il piano B. In molti a questo punto propongono addirittura di avere pronto il piano "C" e così via. Questo però tende a diventare molto dispersivo, complicato e potenzialmente genera confusione. Non create quindi il piano C, piuttosto rimanete ancorati al senso del piano B adattandolo quanto basta.
Torniamo all'esempio precedente: "prendere i bambini e portarli a casa". Dopo la strada interrotta e la gita, ci si mette di mezzo ancora qualcos'altro. Riconosciamolo, non possiamo prevederle tutte... Ma possiamo modificare il piano senza però rovinarlo.

In questo esempio lo scopo è portare i bambini in salvo in una zona protetta e nota per poi passare alle fasi successive con un pensiero in meno. Potreste quindi contattare gli altri membri della famiglia e avvisarli che non potete raggiungere casa e che vi state già dirigendo a casa di un nonno, amico o parente e che il piano verrà modificato. Ad esempio se il piano prevedeva "ci si trova tutti a casa e si parte per la BOL", avvisate che vi farete trovare sulla strada per la BOL all'altezza di un punto noto e che il gruppo di riunirà li e non a casa come previsto in origine.

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