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Proseguiamo con la breve serie di articoli per chi inizia a fare le proprie scorte. Nel precedente articolo abbiamo visto quali sono le motivazioni alla base di questa strategia, ed i primi aspetti logistici. In questo nuovo capitolo analizzeremo due aspetti molto importanti: quello economico e quello dell'ottimizzazione degli spazi.

Ebbene si, stiamo diventando delle brave massaie, e come detto più volte in precedenza, è una questione di abilità che si acquisiscono, siano esse relative a trapani, saldatrici o sistemi d'allarme, piuttosto che il cucito, la cucina e la gestione della cambusa. Forse alcuni dei maschietti che si cimentano in questa pratica torceranno il naso, ma siamo sicuri che, apprese queste nozioni, le loro mogli saranno ben contente di vederli all'opera !!

 

 

 

Una questione di costo

Fare le scorte costa, e non tutti dispongono di un budget da dedicare di colpo a queste risorse, anche se vorrebbero e dovrebbero. Non dobbiamo avere fretta: salvo condizioni particolari al contorno, non c'è ragione di andare e comprare montagne di alimenti tutti in una volta. Questo potrebbe farci spendere molti più soldi del necessario.  In questo campo è il caso di imparare della "sciure e zdore" che troviamo al supermercato e chiedere direttamente a loro che sono le impareggiabili esperte del settore.

Dobbiamo innanzitutto sapere quanto ci costano alcuni specifici prodotti e tenere a mente (o in un promemoria) il loro costo. Ad esempio potremo avere una tabella in cui annotare il prezzo medio dei diversi prodotti rispetto alla quantità:

Prodotto Costo al kg/unitario
Tonno in scatola 7 €/Kg
Pasta (di marca) 1,20 €/kg
Pasta (discount) 0,70 €/kg
Pelati 0,40 €/400g
Riso 2 €/kg
Legumi Tetrapack 0,39 €/280g
Acqua in bottiglia 0,30 €/lt
... ...

Questo ci permetterà di verificare l'andamento dei prezzi e di sapere se un'offerta è veramente tale: alcuni prodotti partono da un prezzo molto alto, per cui anche durante una promozione questi articoli potrebbero avere un prezzo troppo alto. Per questo bisogna sempre confrontare in base al prezzo al kilo, al litro o al pezzo. Se troveremo la possibilità di acquistare dei prodotti ad un prezzo realmente conveniente è il caso di approfittarne. Sposteremo il nostro criterio per fare la spesa verso una spesa di accumulo e non di necessità od occorrenza.

La prima cosa di cui approfittare sono le offerte, buoni sconto ed occasioni. Saltuariamente i supermercati mettono in offerta alcuni prodotti a prezzo ribassato, i così detti "sottocosto". Questi spesso sono "prodotti civetta" ovvero prodotti che attirano il cliente che poi spenderà altri soldi su altri prodotti a prezzo pieno. Conviene quindi sfogliare le pubblicità dei supermercati che ci troviamo nelle caselle della posta e confrontarle con le nostre scorte.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, grossisti e rivenditori specializzati hanno raramente delle offerte veramente convenienti per un consumatore finale. Anche chi fa rifornimento esclusivamente ai commercianti o alle catene alberghiere o di ristorazione ha prezzi più alti, ma se se ne ha l'opportunità, tentare non nuoce. Per questo alle volte gli ipermercati durante le offerte con ribassi molto aggressivi (50% o più) limitano il quantitativo massimo acqusitabile per singolo scontrino : evitano che altri negozianti ne approfittino.

Attenzione però: non basta che un prodotto sia in offerta per comprarlo (altro trucco noto ai venditori) bisogna sempre comunque controllare che il prezzo finale al kg o pezzo sia vicino se non più basso di quello indicato nella nostra tabella.

Altra cosa da tenere presente nel fare la spesa sono le marche. Accade spesso che i prodotti "no brand" di un supermercato (es: i prodotti "a marchio coop") siano prodotti negli stessi stabilimenti in cui sono prodotti quelli delle marche più rinomate. Per accorgersene basta confrontare lo stabilimento di provenienza. E' del tutto ovvio, a questo punto, che i prodotti di marca ed i no brand sono esattamente gli stessi, a cui viene modificata, per questioni di marchio, solo la confezione e la forma, e che anche la qualità sarà esattamente la stessa ma ad un prezzo decisamente più conveniente. Questo stesso ragionamento può essere fatto per i prodotti del discount: stesso articolo, stesso stabilimento di produzione, stessa qualità, costi diversi.

 

Una questione di spazio

Una volta trovato il posto giusto, come organizzare e razionalizzare lo spazio? Dobbiamo affrontare tre argomenti: 

  • strutture di stoccaggio: ovvero scaffali e ripiani
  • unità di stoccaggio: ovvero scatole e casse
  • elementi da stoccare: ovvero le scatole stesse dei cibi e come influenzano lo spazio

Per le strutture di stoccaggio molti usano scaffalature metalliche, che si trovano tipicamente nei ripostigli, vendute nei fai-da-te. Queste strutture si possono trovare anche usate risparmiando un sacco di soldi senza perdere in resa o in qualità (purché non siano piegate, storte o arrugginite). Ogni struttura analoga può andare bene, a patto che permetta di accedere facilmente alle unità di stoccaggio e al cibo e che possa sostenerne il peso.

Utilizzare una struttura è molto meglio che avere le casse per terra: si evita che siano preda di eventuali topi e che assorbano troppa umidità. In caso di alluvione o rottura delle fognature le casse appoggiate al suolo si bagnerebbero e con ogni probabilità sarebbero da buttare.

All'interno delle strutture poi non andremo a mettere le unità di stoccaggio, ovvero delle casse. E' infatti sconsigliabile lasciare il cibo sugli scaffali, anche se è in scatola. La cassa o il cartone dello scatolone danno un ulteriore strato protettivo al cibo, ma soprattutto permettono di etichettare e organizzare la scorta (vedremo questo importantissimo punto nel prossimo articolo) oltre che a rendere più semplici le operazioni di carico-scarico. Come unità di stoccaggio possiamo usare sia scatoloni (che reggano il peso del contenuto) che casse di plastica. Un metodo comodo e gratuito sono le cassette della frutta di plastica: standard, impilabili, robuste e si trovano per strada dopo ogni mercato di quartiere.

Infine andiamo a guardare dentro le unità di stoccaggio. Le confezioni rotonte dei prodotti sprecano dal 9% al 22% di spazio in più rispetto a quelle quadrate o rettangolari. Meglio quindi preferire le seconde quando possibile e non vi sono altre controindicazioni (ad esempio costano di più). Ad esempio alcuni legumi vengono venduti sia in barattolo che in scatolette di Tetrapack. Per l'acqua potremmo optare per taniche rettangolari da 5 a 30 lt di plastica piuttosto che le semplici bottiglie in cestello da 6 pezzi.

Inoltre non vogliamo stoccare aria, ovvero spazio vuoto nelle confezioni. Per questo il riso sarà immagazinato più semplicemente se è nei pacchetti sottovuoto rettangolari rispetto che ai sacchetti, e quando sceglieremo la pasta preferiremo gli spaghetti alle penne o ai fussilli, dato che queste ultime occupano più volume per unità di peso a causa dello spazio vuoto in ogni unità. Volendo essere super pignoli gli spaghetti migliori sono i numero-5 , che hanno anche una resa migliore in termini di acqua assorbita e cottura.

 

Per ora possiamo fermarci qui. Abbiamo visto quindi le motivazioni, la scelta del posto, di come strutturarlo e di come spendere il meno possibile.

Nei prossimi articoli arriveremo a vedere che cibo scegliere e quanto cibo ci può servire, e cercheremo di imparare l'organizzazione della dispensa come viene fatta nei ristoranti e negli alberghi e molto altro ancora.

 

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