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Politically incorrect: nel'ultimo post sulle "dieci cose da fare finchè si è in tempo" al punto 3 prendevamo in considerazione di svincolarsi dai vizi, fumo in testa. Tanto è bastato a farci riceve commenti negativi: "ma se io fumo saranno c@x*i miei?"... Certo! con tutto quello che comporta.

Ovviamente non sta a noi valutare nè esporre la cosa dal punto di vista della salute: se non sono bastati anni di ricerche, l'evidenza delle patologie o semplici considerazioni visive, cosa potremo mai fare noi? Ognuno è libero di fare la propria scelta, farsi male come meglio crede e di prendersi le conseguenze...

Approfondiamo la cosa dal punto di vista di un prepper: gestione dello stress e dell'emotività, valore economico e sociale, possibilità che vengono date o tolte a seconda dei casi.

 

Non solo fumo

Come abbiamo detto, lo spunto parte dalle segnalazioni ricevute che erano appunto inerenti al fumo. E' probabile che quello sia un nervo più sensibile o scoperto di altri, tuttavia per quello che ci è dato vedere tutti i vizi hanno aspetti comuni che cercheremo di affrontare qui. Laddove possibile andremo poi nello specifico per ognuno di questi. Caffè, alcool, dolci non sono poi lontanissimi...

Analizzeremo il problema del vizio senza scadere in prevedibili ramanzine sul  "quanto faccia male" e tralasciando anche gli aspetti dannosi che questi hanno sulle nostre performance fisiche. Partiamo dal vedere alcuni esempi reali dal passato.

 
Sigarette di Guerra

Durante la seconda guerra mondiale il consumo di prodotti a base di tabacco fu così alto che ci furono momentanei periodi di scarsità e razionamenti. Molti eserciti inserivano le sigarette nella dotazione standard dei soldati al fronte. Da allora il binomio sigarette-guerra è diventato indissolubile. Sia la popolazione civile che i militari utilizzavano il tabacco per diverse operazioni oltre al banale fumo. Le sigarette erano merce di scambio sicura e sempre accettata sul mercato nero, assieme a cioccolata, caffè, alcolici e calze di nylon. Non di rado le sigarette erano usate come moneta alternativa nei campi di prigionia, nelle città in guerra ed in alcune zone della Germania. Tutt'oggi è moneta alternativa nelle prigioni.

 

Assedio di Sarajevo

"Otto ore di lavoro venivano ricompensate con un pacchetto di sigarette, roba rara e costosissima, molto apprezzate non solo dai fumatori, perché le sigarette si usavano anche come moneta di scambio. Un pacchetto costava circa 15 euro.  Come le sigarette e il caffè, anche l’alcol faceva da moneta nella Sarajevo sotto assedio." [1].

"Per fabbricarle, gli operai del tabacchificio FDS di Sarajevo rischiavano la vita attraverso il monte Prenj per raggiungere Mostar e scambiare il tabacco con i filtri, che nella capitale bosniaca non potevano essere prodotti." [2].

Apparentemente il tabacchificio della FDS era una delle pochissime attività che è riuscita a proseguire la sua attività durante l'assedio, forte della domanda praticamente disperata, dell'elevatissimo valore del loro prodotto, e della nuova funzione di moneta di guerra. Quando venne a mancare il cartone per i pacchetti venne usata carta di riviste e giornali. Quando anche questa iniziò a scarseggiare, si passò ad avvolgerle in una striscia di carta. Non di rado per avvolgere vennero usati assegni bancari, a testimoniare il rapporto del valore tra i due.

 

L'aspetto psicofisico

E' risaputo quanta presa abbiano sulla mente i generi di conforto. Non è un caso che il consumo di bevande alcoliche, cioccolata, caramelle, gomme da masticare (la masticazione sfoga parte dello stress) e tabacco, possa triplicare in  periodi di stress, e arrivare fino a 7/8 volte la norma in eventi di crisi specie se prolungati nel tempo. I dati di borsa delle compagnie produttrici ne sono una prova. Questo perché si ha bisogno di lenire e sfogare lo stress accumulato e questi prodotti forniscono una facile valvola di sfogo. La frase che tutti hanno sentito "smetto quando voglio", puntualmente disattesa, testimonia poi l'effetto dei vizi sulla forza di volontà e la percezione della stessa.

Contemporaneamente si devono considerare aspetti psicosomatici quali la reazione scatenata dall'astinenza forzata. La scenata di Filippo Nardi, concorrente del Grande Fratello, in cui gridava "dove solo le sigarette?" è entrata a far parte (purtroppo) della storia della TV italiana e ha messo in luce una delle possibili reazioni che si possono avere in situazioni tutto sommato agiate. Il video però è misteriosamente irreperibile su Internet... (se qualcuno la trovasse ci faccia un fischio). Se pensiamo a quanto potrebbe essere più forte la reazione in situazione di forte e motivato stress il quadro si aggrava.

Cody Lundin, famoso esperto di survival, racconta anche di come alcuni esperimenti e campus di sopravvienza vedano un crollo drammatico delle prestazioni, fino al fallimento, in concomitanza dell'esaurirsi di "bionde e shottini". Per alcuni la privazione è semplicemente insopportabile, altri assumono comportamenti antisociali che fanno naufragare il team, altri ancora iniziano a soffrire fisicamente (specie di mal di testa) per l'astinenza da nicotina e caffeina.

Tutti sanno quanto sia importante mantenere la calma, riuscire a sostenere la pressione e mantenersi lucidi sia nel momenti dell'emergenza che nei periodi di crisi prolungata. Appare del tutto evidente allora che fumatori e bevitori saranno più in difficoltà dato che il loro stato d'animo sarà precario, preoccupati dal procurarsi questi prodotti, le loro reazioni potrebbero essere alterate dall'astinenza (per i casi di dipendenza più marcati) e, consumando questi prodotti, si priveranno di una risorsa che potrebbero usare diversamente.

 

L'aspetto economico

Come abbiamo visto, la disponibilità di questi prodotti potrebbe essere limitata, l'approvvigionamento incerto, il valore di mercato alle stelle. Risulta del tutto evidente che in periodi di crisi, destinare parte delle proprie risorse ad un vizio, qualunque esso sia, è uno spreco. Chi non ha queste catene è avvantaggiato dal non doversi procurare questi generi di sostentamento e di poterne eventualmente sfruttare il valore economico per scambi o per chiedere favori. Diversamente avere un vizio è come dover provvedere ad una bocca in più da sfamare.

 

L'aspetto logistico

Di rado si vedono nelle liste delle scorte generi quali tabacco ed alcool. Chi li mette spesso cita esplicitamente l'uso commerciale di questi piuttosto che la fruizione personale. Se da un lato gli alcolici sono garantiti mantenersi in eterno, non si può dire lo stesso con gli altri generi di conforto commestibili e le sigarette poi potrebbero aver bisogno di cura particolare (clima ed umidità).

Bisogna inoltre fare i conti col fatto che queste scorte, come tutte, sono destinate ad esaurirsi, cosa che ha fatto aguzzare l'ingegno a molti con metodi fantasiosi per piantare il tabacco o sostituirlo con improbabili e sconsigliabili surrogati, piuttosto che distillare da sè alcolici coi metodi della nonna e non pochi rischi per la salute. Alcuni puntano sulle alternative elettroniche, ma sembra si scordino il fattore "batterie". 

 

Insomma...

Tutte quello che di male si dice sui vizi verrà probabilmente moltiplicato per 10 quando le cose si metteranno male. La dipendenza è un lusso che costerà molto caro e non potremo permetterci il rischio di essere ulteriormente instabili o irritabili. Conviene fin da ora rimetter in sesto il corpo e la mente, trovare altri metodi per sfogarci e rilassarci e prepararci a gestire e forse anche sfruttare queste debolezze altrui.

Avere un vizio è come vivere con un mattone in tasca... Meglio liberarsene subito piuttosto che accorgercene di colpo quando dovremo fare del nostro meglio per stare a galla

 

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