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La volta scorsa abbiamo parlato del Rischio, oggi vorrei parlarvi della prevenzione, che è in realtà ciò che tutti conosciamo molto bene, quello che mettiamo in atto continuamente e la possiamo articolare in punti ben definiti:

  • Informazione
  • scambio e passaggio di nozioni
  • preparazione fisica e mentale
  • preparazione della propria attrezzatura
  • soccorso e condivisione...


L'ultimo punto è così importante?

Lo è e lo è particolarmente. Il prepper viene spesso visto come un survivalista paranoico, ma siamo umani e siamo molto più di come il pregiudizio ci designa, non è neanche vero che siamo lupi solitari, abbiamo dentro qualcosa in più rispetto all'esclusivo amore per noi stessi, dato che siamo perfettamente coscienti che il mondo o il nuovo mondo (per i più apocalittici) non può esistere con pochi sopravvissuti.
Uno degli scopi fondamentali del prepping è sopravvivere insieme ai nostri cari e insieme a più persone possibili che non saranno un peso ma impareranno da noi e collaboreranno attivamente al bene comune. La condivisione e il mutuo soccorso sono quindi dei princìpi indispensabili per la continuazione della nostra e dell'altrui vita, nella comunità.

Ognuno di noi, quando ha scelto questa vita, si è informato, magari in seguito a dei traumi, come me, o anche solo per curiosità o, concedetemelo in modo scherzoso, per paranoia che alla fine tale non può essere definita poiché non è un male non voler essere colti impreparati dal turbinio dell'Universo e agli eventi che potrebbero investirci, non credete?

L'informazione

L'informazione è la scintilla e questa cresce fino a diventare il nostro personale fuoco di bivacco attorno al quale raccoglierci a donare le nostre nozioni a chi si avvicina per la prima volta.
La preparazione fisica e quella mentale sono un concetto più pratico per un verso e più ideale per l'altro, perchè vorremmo avere tutti un fisico tonico e pronto a qualsiasi situazione estrema, essere temprati al caldo e al freddo, avere un tono muscolare soddisfacente, ecc..., ma non tutti siamo fisicamente “preppers ideali”, abbiamo difetti, handicap, troppo magri, troppo grassi, perfino troppo pigri... E sembra strano associare la pigrizia al prepping, ma io sono una grande pigra! Posso essere una prepper?
Certamente! La pigrizia non deve per forza essere considerata uno svantaggio, un pigro non pensa lentamente, anzi, troverà velocemente la soluzione al problema ottenendo il massimo risultato con il minimo sforzo.

Nessun impedimento fisico è un ostacolo alla nostra natura prepper, perchè ognuno di noi ha delle caratteristiche peculiari che lo rendono indispensabile per il gruppo umano di cui fa parte e tutti insieme si sopravvive, ognuno apportando il proprio contributo.

 

Fiducia

Abbiate fiducia nelle vostre capacità, è importante per la consapevolezza di potercela fare, per impostare la nostra mente nella modalità propriamente prepper.
Ce la possiamo fare, siamo pronti a tutto e sopravviveremo.
Questo mi sono detta quando ho temuto di morire il 24 agosto 2016 a Castel Trione, frazione di Amatrice, ma sono ancora viva senza aver subito neanche un livido, col mio zaino in spalla.
Il mio zaino non è grande, probabilmente perchè ho fiducia nel fatto che non verrò mai lasciata sola così tanto a lungo da finire le mie scorte e perchè la libertà di movimento è fondamentale; ce l'ho pronto sotto al letto dall'aprile del 2009 quando fu il turno di L'Aquila di tremare, ero stata colta parzialmente impreparata e il terremoto non mi avrebbe sorpresa di nuovo, è sempre stato lì, sotto di me, raggiungibile semplicemente allungando una mano e i vestiti puliti piegati sempre sul tappeto in modo da essere facilmente indossati.
Quella notte ero pronta, per 7 anni, ogni 2/4 mesi, ho fatto manutenzione, ho cambiato l'acqua, controllato i medicinali scaduti, sostituito le batterie, vestiti pesanti o leggeri a seconda della stagione, coltello, torcia, materiale per l'igiene e per accendere il fuoco e un libro, perchè non si sa mai (farò un articolo più avanti su cosa ho aggiunto al mio zaino di volta in volta e su cosa io personalmente ritenga indispensabile ), tutto quello che pensavo mi sarebbe potuto servire se fossi stata costretta a lasciare casa mia in 10 minuti e a non tornare mai più.
Il mio zaino, carico e in ordine, è stato fondamentale per me e per chi era con me, per le persone che ho incontrato dopo, nel cratere del disastro, non perchè fosse speciale o particolarmente ben fatto, ma perchè mi dava sicurezza e questa riuscivo a trasmetterla agli altri e già questo era molto.

Regola n.2: Condividi informazioni e materiali, il tuo zaino deve essere sufficiente per te senza dimenticare chi ti sta accanto che non ha la tua preparazione.
Vuoi che ce l'abbia? Insegnaglielo!

 
Arianna Santini
 per Prepper.it

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