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Da me si dice “C'ha sembre fatto”, il terremoto ha sempre fatto, come la neve, come il caldo, c'è sempre stato e la nostra memoria genetica lo sapeva che vivevamo in un luogo che faceva sentire le nostre vite precarie a dispetto delle nostre profonde radici

Ero a casa con i miei durante la scossa che ha distrutto Amatrice l'agosto scorso, ero a Castel Trione, una delle sue 69 frazioni e stavamo abbracciati sul letto aspettando che finisse perchè ci era parsa la cosa più saggia da fare, avevamo paura dell'eventualità che il ferro delle nostre scale a chiocciola ci stritolasse e abbiamo solo aspettato, nient'altro. Mi sono vestita e ho preso da sotto il mio letto lo zaino del quale vi ho già parlato e, con le scarpe in mano, senza un preciso motivo, sono scesa per le scale, ho calpestato dei vetri senza procurarmi neanche un taglio, sono uscita e mi sono messa le scarpe.


Mettetevi subito le scarpe, è una raccomandazione ovvia, lo so, ma come vedetela confusione gioca brutti scherzi e non ero in grado di pensare a nulla oltre a “Esci Arianna, esci!” e sono uscita, ingenuamente con le scarpe in mano.
Mia madre era andata alla casa di fronte dove mia nonna, sua madre, viveva e, se ricordate dalle puntate precedenti, quel giorno c'erano anche i miei zii venuti in visita, zia è originaria di un'altra frazione divenuta tristemente famosa quella notte, Saletta, ancora sulla bocca di tutti, tanto per le insistenti disgrazie che hanno colpito i sopravvissuti, quanto per il coraggio e la generosità che gli abitanti hanno dimostrato, aiutati letteralmente da tutto il mondo e soprattutto da loro stessi. Nonna sembrava un fantasma fluttuante, non particolarmente spaventata ma avvolta nella sola camicia da notte e scompigliata, sembrava una banshee vagante nelle brughiere, ma senza urla, non urlava più nessuno.
Siamo saliti in macchina e ci siamo spostati di pochi metri verso un incrocio, abbiamo scelto il posto giusto: lontani dalle costruzioni e lontani dai cavi dell'alta tensione e da qualsiasi altro tipo di cavo fluttuante e potenzialmente pericoloso, abbiamo pensato bene di non ingombrare l'incrocio e non è così scontato in quanto noi della parte inferiore del paese eravamo 4 famiglie con 4 automobili, alla frazione accanto le macchine si erano disposte lungo la strada, da entrambi i lati e sulla piazza, rendendo impossibile qualsiasi manovra per eventuali mezzi di soccorso e questo è estremamente sbagliato,

Le vie di accesso o di fuga devono rimanere libere, qualcuno ci verrà a prendere per portarci via o verranno i soccorsi e nel caso questa fortunata eventualità non si verificasse, saremmo noi a doverci spostare in modo ordinato e sicuro, senza rimanere bloccati.

In caso di crolli, oltre al pericolo di rimanere schiacciati, c'è quello di morire asfissiati o bruciati a causa di perdite nella rete di distribuzione del gas o le bombole possono danneggiarsi o schiacciarsi per via degli urti e risultare molto pericolose, l'incendio e le ustioni non sono un rischio secondario, dovremmo avere nello zaino tutto il necessario per far fronte alla necessità di curare almeno gli ustionati, gl abrasi e i feriti lievemente.

Non potrete curare tutti e, se non siete medici, infermieri o sanitari, non potrete fare granchè, ma ci sono delle norme da seguire in caso d ustione, dei consigli, la cosa giusta da fare e ci limiteremo, in questa sede, alla cura delle ustioni in seguito al solo caso d'incendio che è quello che più comunemente potrà riguardare l'emergenza legata al terremoto: le lesioni da calore sono quelle che si verificano in caso di contatto con solidi, liquidi, fumi o vapori, molto caldi o molto freddi (perchè anche quelle da freddo, ricordiamocelo, sono ustioni da calore); i gradi per la valutazione delle vanno da 1 a 3, dopo di che subentra la manifestazione di carbonizzazione e quindi necrosi, ma non va tenuto conto solo dell'intensità dell'ustione, anche la percentuale dell'estensione che possiamo calcolarla dividendo idealmente il corpo umano (adulto) in zone alle quali assegneremo il 9% del totale, sommando i valori delle parti danneggiate, otterremo la percentuale totale del corpo ustionato (nel bambino le percentuali cambiano, gambe e piedi valgono 7%).


L'ustione da calore

Prendiamo in considerazione un incendio. L'ustione da calore va curata subito nel modo più istintivo possibile, facendoci scorrere l'acqua fredda sopra, la manovra più facile del mondo e l'acqua ce l'abbiamo nello zaino, quindi siamo attrezzati; il nostro soccorso continua con la rimozione degli abiti attorno la zona ustionata, potrebbero essere appiccicati a diretto contatto con la lesione e quelli non possiamo toccarli perchè rischieremo di togliere la pelle al ferito, quello che possiamo fare è coprire con bende pulite o garze o con quello che abbiamo (pulito!), la superficie ustionata che, se è molto estesa, il nostro intervento sarà più efficace se inumidiremo le bende con acqua fredda. Se siete un po' più pratici o del mestiere, applicate il medicamento adatto che vi invito a portare convoi sempre a prescindere, in caso contrario limitatevi alle vostre conoscenze in materia; l'acqua possiamo applicarla tutti ed è sempre la scelta migliore, anzi, l'unica, per il resto pensiamo bene alle conseguenze prima di agire, perchè il rischio è l'infezione o che l'ustione prosegua (vi ricordate quando da piccoli ci dicevano di mettere l'olio?...ecco, la materia oleosa non giova all'ustione, anzi, la peggiora). Sono sempre fiduciosa che i soccorsi arriveranno e la mia esperienza non mi ha fatto perdere questa speranza anche se non potrei mai chiamarla certezza perchè a me è andata bene, alle persone che ho soccorso è andata bene, ma tante non ce l'hanno fatta e neanche a L'Aquila ce la fecero ma molte volte non arrivano in tempo e dobbiamo cavarcela da soli.

Essere prepper significa anche non aspettare che qualcuno venga a prenderci, ma cavarcela da soli, perchè sappiamo quello che facciamo e anche quando la paura o il dolore prendono il sopravvento, dobbiamo calmarci perchè le conoscenze che ci servono per prenderci cura di noi stessi e della nostra famiglia le possediamo, bisogna solo avere la prontezza e la lucidità necessarie a metterle in pratica.

Il terremoto è un fenomeno spaventoso, lo senti arrivare perchè prima urla, grida più di te e della tua paura, poi lo senti passare sotto i tuoi piedi, raggiungere altre persone in altri paesi e senti la natura stessa scuotersi, gli alberi tremare dalle radici alla punta delle foglie e lo stormire di tutte le fronde di tutti gli alberi, tutti insieme, attorno a te.
La gente urlava, le case crollavano ed eravamo immersi nella polvere, abbiamo provato a telefonare a mio cugino a Saletta, stranamente le linee telefoniche erano efficienti e avevo la batteria carica più un'altra di scorta, ancora non avevo le powerbanks e mi arrangiavo così ed è stata una gran bella trovata perchè sono stata sempre raggiungibile, ma è comunque buona norma tenere l'energia per i momenti di necessità (e non mi riferisco solo a quella elettrica, anche alla propria. Non sprecate energie e risorse, non sapete a cosa andrete incontro, se mangerete, se potrete riposarci o se potrete avere sempre acqua e quando sarete stanchi morti potrà capitare di non potervi fermare perchè la vita di qualcuno dipenderà dalla vostra forza!) e così ho fatto, ho mandato messaggi a tutti i miei cari e i miei amici, prima di cominciare a fare qualcosa per la mia frazione e per la mia città.

Regola n.5: Chiudete il rubinetto generale del gas, mettetevi le scarpe e non pensate solo a voi stessi

                                                                                                                                                                                                                    

                                                                                                                                                                                                                                  Arianna

 

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