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Il terremoto de L'Aquila e l'inondazione di Genova sono tra più recenti disastri ambientali avvenuti in Italia, prima del più recente terremoto in Emilia. Questi avvenimenti tragici e luttuosi hanno dato adito a numerose discussioni e polemiche, oltre che a qualche speculazione dietrologica. L'Italia si conferma essere un paese pieno di paradossi. Da una parte si nota che ogni cosa è un'emergenza, compreso il 150° anniversario dell'Unità d'Italia (che ci aveva davvero colto di sprovvista) e l'organizzazione dei mondiali di nuoto a Roma. Questo potrebbe autorizzare alcuni a pensare che un paese così abituato ad operare in simili scenari sia all'avanguardia nella gestione, nella logistica e negli interventi. Dall'altra si vede come spesso, purtroppo, la gestione di queste presunte emergenze lasci molto a desiderare (specie se se ne considerano i costi che gravano sulla collettività) e gli interventi che ne scaturiscono non sempre sono forieri di risultati risolutivi.

Recentemente, proprio Genova e L'Aquila sono tornate alla ribalta per due diversi episodi di cronaca...

 Genova: gli scolari diventano "prepper"

A Genova, memori di quanto accaduto nell'ultima alluvione, le scuole stanno organizzando piani di evacuazione e di pronta risposta all'emergenza inondazione. I piani prevendo lo scoccaggio di scorte di cibo nei piani più alti dell'edificio, al riparo dall'acqua, e una procedura che tenga gli scolari al sicuro per il tempo necessario all'intervento degli aiuti o alla fine dell'emergenza.

Il Comune di Genova sta quindi dando i primi input alla popolazione, specie quella più giovane, sul corretto modo di gestire situazioni simili. Non pare proprio possa essere un caso che le strategie adottate siano proprio quelle dei prepper: prime tra tutte il Bugging-in e la gestione delle scorte. Visti alcuni tristi casi precedenti, c'è da sperare che queste vengano approcciate in modo corretto e completo.

 

A L'Aquila le polemiche sulla Commissione grandi Rischi

Il giudice ha inflitto la pena di 6 anni di carcere a chi aveva rassicurato gli Aquilani sull'assenza di un pericolo imminente, causando così la morte di molte persone che si sarebbero potute salvare. Le parole usate non sono affatto delicate: si parla di "monumentale negligenza" e "fallimento della leadership". Tra le varie motivazioni, anche quella dell'errata valutazione del rischio.

Siamo arrivati all'assurdo di scomodare Galileo ed altri massimi sistemi pur di ribaltare un concetto che per una mente logica è elementare:

Si sta diffondendo la falsa notizia / opinione, che gli scienziati della commissione grandi rischi siano stati condannati per non essere stati in grado di prevedere il terremoto. Questo è falso, e chi vi sta dando questa notizia vi sta mentendo camuffando la realtà. La verità è proprio il contrario.

L'accusa è concorde con l'attuale convizione di geologi e sismologi per cui i terremoti non sarebbero prevedibili. Proprio per questo la commissione grandi rischi non aveva alcun motivo logico e sensato per calmare la popolazione ed invitarla a tornare nelle loro case dove poi hanno incontrato la morte. Così come non vi era alcuna ragione per pensare che ci sarebbe stato il terremoto delle 3:32, non vi era alcuna ragione per garantire alle persone che non ci sarebbe stato.

Molti a L'Aquila si sono salvati perchè hanno scelto di fare bugging-out e di passare la notte in auto piuttosto che rischiare, un semplice principio di precauzione. Le rassicurazioni date hanno dissuaso alcuni dal prendere questa stessa decisione, non si sa bene su quali basi.

Resta il fatto che se non se ne vuole riconoscere una colpa, è inammissibile che non si voglia riconoscere una responsabilità.

 

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