Una delle qualità spesso riscontrate nelle persone in grado di superare emergenze e momenti difficili è quella di saper prendere delle decisioni. Questo processo spesso è già difficoltoso in condizioni normali, e sicuramente diventa ancora più arduo in situazioni in cui il contesto si complica o diventa caotico.
Come spesso accade nel prepping questo argomento apre le porte a decine di alti strettamente collegati, ma ci concentreremo solo su un ingrediente estremamente importante del processo decisionale: la valutazione del fattore di rischio. Analizzeremo questo concetto in termini matematici e nel modo più rigoroso possibile, per non ritrovarci in balia del caso o all'emotività proprio quabndo serve. Da ultimo rivedremo il concetto di "scommessa" imparando a riconoscerne ed evitarne le trappole.
Il binomio fame e rivolte è una costante che si ritrova più volte nella storia dell'umanità. E' evidente a tutti che, portato alla fame o vedendosi incapace di sfamare i propri figli, chiunque sarebbe capace dei gesti più forti ed eclatanti. E' un'istinto primordiale, alla base della conservazione della vita e della specie.
La storia moderna ci presenta come casi più famosi la Rivoluzione Francese del 1789 e i moti durante la Grande Carestia in Irlanda del 1845-49, ma non mancano certo esempi precedenti e, a quanto pare, anche estremamente vicini: le rivolte della primavera araba.
Uno studio dell'Università di Cambridge del dipartimento di "Studio dei sistemi complessi" ha trovato una corrispondenza tra i valori degli indici del prezzo del cibo ed il notevole aumento delle probabilità che scoppino rivolte e disordini sociali. Lo studio è del 2011 e presenta uno modello matematico per analizzare i prossimi eventi che si è dimostrato accurato.
Il terremoto sottomarino di ieri ha fatto lanciare l'allarme tsunami in Indonesia, successivamente rientrato.
Ma allora qual'è la relazione tra terremoto e tsunami? Lo spiega benissimo il video qui sotto.
Quindi dipende dal movimento fatto dalle faglie durante il sisma. Tuttavia questa è un'analisi che si può fare a posteriori, il che rende comunque indispensabile lanciare l'allarme per sicurezza.
Forse non è corretto chiamarla "regola": nel survival non esistono regole, di nessun tipo e di nessun livello. Ogni situazione è a se e non esistono dettami che possono essere applicati così come sono a tutte le diverse situazioni. Forse è più corretto chiamarle "principi di base".
Tuttavia nel survival è largamente condivisa ed accettata "la regola del tre", a volte con qualche variante minore.
Come solitamente si fa per gli aspetti concettuali/teorici del survival , i principi sono volutamente mantenuti il più semplice possibile, e facili da ricordare, ad esempio tramite l'uso di acronimi o altri sistemi di memorizzazione. Questo perchè nel momento dell'emergenza non si possono ne commettere errori, ne perdere tempo prezioso nel ricordarsi cosa bisogna fare.